
Marito violento condannato a tre anni e mezzo di reclusione
Anni di botte, soprusi e violenze. Anni di vita violata e non vissuta, ai quali ha messo fine una sentenza del tribunale di Spoleto, che ha condannato l’uomo a 3 anni e mezzo di reclusione e 50mila euro di risarcimento danni. La storia è quella che non ti aspetti, la famiglia della porta accanto, apparentemente normale che invece nascondeva la violenza. La coppia era sposata da anni, con all’epoca dei fatti due figlie minorenni. La gelosia dell’uomo e la sua possessività, oltre che i modi violenti erano stati sempre una costante, peggiorati però con l’abuso di alcol che ha reso le aggressioni alla moglie sempre più frequenti. Nei confronti delle figlie mai nessun gesto di violenza, ma troppo spesso le ragazzine si sono trovate ad essere testimoni di una violenza indicibile e più che mai dolorosa, quella del padre verso la madre.
L’ultimo episodio a settembre 2016, quando la mamma e le figlie sono salite al piano superiore dell’abitazione per ripararsi dall’ennesima ondata di violenza e hanno chiamato i carabinieri. L’Arma in quell’occasione ha consigliato alla donna di andarsene e l’uomo è stato sottoposto ad un percorso di riabilitazione dall’abuso di alcol. Peccato però che l’uomo abbia rintracciato moglie e figlie, sistemate provvisoriamente dai nonni. E no ci ha pensato due volte dare ancora sfogo alla ferocia. L’uomo, infatti, dopo aver dormito in auto fuori dalla casa a dimostrazione della volontà di colpire ancora una volta, si è presentato nell’abitazione aggredendo questa volta non solo la moglie ma anche la suocera. L’ultimo episodio di una brutalità purtroppo andata avanti da anni, con i segni di violenza refertati sulla donna e ha dato il via al provvedimento giudiziario, nel quale la signora è stata assistita dall’avvocato Daniela Mannaioli.
"Ringrazio la giudice Massini per la sentenza esemplare – commenta la legale della donna – che si è svolta su fatti avvenuti precedentemente alla riforma del Codice rosso, che rafforza i provvedimenti contro le violenze di questo tipo. L’insegnamento che traiamo da questo caso è la necessità, per tutte le vittime di violenza, di farle sentire protette"