
Luciano Rossi (a destra) con l’oro olimpico Benelli in centro a Perugia
Foligno, 24 novembre 2018 – Non ci sta a diventare un bersaglio Luciano Rossi, folignate ma residente a Montefalco, uomo con il tiro a volo nel sangue, per anni impegnato in politica, raggiunto il 14 novembre scorso da una mail con minacce di morte a lui e alla sua famiglia. In particolare nel mirino di ignoti è entrata la figlia Fiammetta, tiratrice in forza alla Nazionale (per lei si sarebbe parlato anche di rapimento).
Tutto sarebbe collegato alla sua candidatura alla presidenza della Federazione internazionale delle Discipline Olimpiche di Tiro (Issf), che il 30 novembre prossimo sceglierà la sua guida a Monaco di Baviera e di cui Rossi è vicepresidente da circa vent’anni. Il messaggio con le minacce di morte - che come si diceva sarebbero collegate al ritiro della sua candidatura - è arrivato all’indirizzo mail personale di Rossi, accompagnato da una richiesta di denaro.
"Nella mail mi si informava – racconta l’ex senatore – che c’era un piano per uccidermi e la stessa minaccia veniva rivolta anche a mia figlia Fiammetta. Nel testo c’era anche l’invito a pagare per ottenere informazioni su questo piano contro di noi. Una cosa che ovviamente ci ha scosso ma la decisione di denunciare è stata immediata, mi sono subito recato alla polizia postale. Io vado comunque avanti, non ho intenzione di farmi intimidire, ci siamo affidati alle forze dell’ordine. D’altro canto – aggiunge Rossi – fin dall’inizio da alcune parti c’è stata ostilità alla mia candidatura, che ha comunque le carte in regola, evidentemente a qualcuno non piaceva il ruolo da protagonista che l’Italia, visto che il mio nome la rappresenta, poteva giocare nello scenario internazionale di questo sport".
E se gli si chiede quali interessi possano essersi attivati per arrivare a produrre minacce di morte nella corsa ai vertici mondiali del tiro a volo, la risposta è prudente: «Non so, forse è solo un fatto di ambizione. La vicenda ora è in mano agli inquirenti e quindi saranno loro a chiarirne i contorni». La mail ricattatoria sembra presentarsi come un tentativo di estorsione, un atto dal sapore intimidatorio che ormai ha trasformato in un giallo la corsa alla presidenza del tiro a volo internazionale. Rossi è tra i tre candidati alla presidenza della prestigiosa Federazione internazionale, che per 38 anni è stata guidata dal multimilionario messicano Olegario Vazquez Rana. Il più accreditato contendente di Rossi è il magnate russo Vladimir Lisin, anche lui vicepresidente Issf.