"Il Long-Covid fa invecchiare prima. Ma il vaccino aiuta a limitare i danni"

Sono 150 gli umbri in cura. Ugo Paliani, direttore Medicina Interna a Pantalla: "Il nostro servizio attivato sette mesi fa. Studi italiani e stranieri: per chi viene colpito la pandemia non finirà con l’ultima ondata"

Ricoveri per covid

Ricoveri per covid

Perugia, 17 aprile 2022  - In sette mesi il servizio della Asl 1 dell’Umbria ha già preso in carico 150 pazienti affetti da Long Covid. Ed è prevedibile che col passare delle settimane la lista inevitabilmente si allungherà. A raccontare a La Nazione la situazione attuale è Ugo Paliani, direttore di Medicina Interna e Medicina-Covid, dell’Ospedale di Pantalla. Qui infatti dallo scorso settembre è stata messa in piedi un’attività ambulatoriale dedicata proprio a chi soffre degli strascichi del virus. "Il quadro che si prospetta è molto impegnativo sia in termini di salute dei singoli pazienti sia di salute pubblica in generale – spiega Paliani - considerando l’enorme impatto sul consumo di risorse che ne deriva. I dati scientifici non mentono: per i colpiti dal Long-Covid la pandemia non finirà con l’ultima ondata". Il quadro che emerge in Umbria è infatti in linea a quello di alcuni recenti studi pubblicati su importanti riviste scientifiche internazionali che sono andati a valutare cosa accadeva su un grande numero di persone colpite da Covid dopo 6-12 mesi dalla guarigione.

«Il primo studio pubblicato su Nature è su 11 milioni di persone negli Usa – riprende Paliani - da cui emerge che le persone guarite dal Covid nell’anno successivo all’infezione, hanno riportato un incremento di complicanze cardiovascolari tra cui infarti del miocardio, aritmie, embolie polmonari, arresti cardiaci e in particolar modo si registrava un incremento del 52% degli ictus e del 72% degli scompensi cardiaci. L’aumento del rischio di malattie cardiovascolari si era verificato anche nei soggetti più giovani, in quelli che avevano avuto una malattia lieve. Il secondo studio pubblicato su Journal of Internal Medicine, è italiano – continua il medico - e concerne l’impatto della prima ondata pandemica nella regione più colpita d’Europa, la Lombardia. Sono stati valutati quasi 50 mila pazienti contagiati e a distanza di 6 mesi dalla negativizzazione del tampone, il 25% è tornato in ospedale per cause cardiorespiratorie e neuropsichiatriche (oltre che renali) ed il 4% è deceduto".

Nelle ultime settimane sono poi emerse altre novità. "Recenti studi internazionali su Nature – sottolinea Paliani - segnalano tra i nuovi effetti del Long-Covid l’invecchiamento precoce: molti pazienti riferiscono dopo settimane dal contagio di aver visto spuntare rapidamente capelli grigi/bianchi. La seconda novità – conclude lo specialista - dimostra che vaccinarsi contro il Covid aiuta chi soffre delle conseguenze a lungo termine (stanchezza, cefalea, le difficoltà respiratorie e dolori muscolari). La vaccinazione infatti, soprattutto con la terza dose, ha ridotto enormemente l’impatto su questa sintomatologia. Così come si sono ridotte del 40% i sintomi neuropsicologici più frequenti: perdita di concentrazione, vuoti di memoria, confusione, fatica e stanchezza mentale)".