REDAZIONE UMBRIA

Il nodo delle liste di attesa. Scatta la diffida alle Asl, “basta con l’overbooking”

Il sindacato di medici e dirigenti: “Accettare prenotazioni per un numero superiore a quelle disponibili peggiora la qualità delle cure e penalizza i pazienti”

Cristina Cenci è la presidente regionale del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed Umbria (medici e dirigenti-medici)

Cristina Cenci è la presidente regionale del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed Umbria (medici e dirigenti-medici)

Perugia, 24 luglio 2025 – “L’overbooking non serve a risolvere il problema delle liste d’attesa. Il sistema, mutuato dal settore aereo e alberghiero, prevede la prenotazione di un numero di prestazioni specialistiche superiore a quelle effettivamente disponibili ed è stato introdotto in tutte le aziende sanitarie umbre all’inizio dell’anno per fronteggiare la mancata presentazione dei pazienti agli appuntamenti prenotati (il cosiddetto no show). Gli effetti? Medici costretti a lavorare di più, qualità e sicurezza delle cure a rischio, attese più lunghe per i pazienti e quindi aumento dell’aggressività negli ambulatori”. Per tutelare i diritti dei medici e dei cittadini, il sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed Umbria (medici e dirigenti-medici) ha diffidato le Usl e chiesto alla Regione di farsi garante, per capire come ciò sia potuto accadere visto che non è stato autorizzato dai medici né è stata data informativa sindacale.

“Chi viene in ospedale per una visita o un esame – spiega Cristina Cenci, presidente umbra – sa che allo stesso orario vengono prenotate due prestazioni, nell’ipotesi che uno dei due pazienti non si presenti, per cui capita che debbano attendere anche più di un’ora prima di effettuare la prestazione richiesta, specie per procedure complesse quali ad esempio gli esami endoscopici. E i pazienti ritengono responsabile del disservizio lo specialista. Da qui l’aumento della tensione e delle aggressioni verbali nei confronti dei medici”.

Inoltre, nel caso in cui tutti i pazienti si presentino, per poter dedicare a ciascuno il tempo necessario il medico è costretto a prolungare il proprio orario di lavoro. Non è stato disciplinato l’extra-orario, per cui in Usl Umbria 1 e 2, non è nemmeno chiaro come verranno recuperate o retribuite le ore aggiuntive.


“Per abbattere le liste d’attesa non servono inutili espedienti o scorciatoie – continua – ma un adeguamento degli organici ai carichi di lavoro: se non si ha più personale a disposizione, difficilmente sarà possibile recuperare le prestazioni pregresse e garantire il rispetto delle tempistiche per quelle nuove. Ricordiamo inoltre alla Regione che per garantire la prestazione nei tempi previsti, la legge prevede che l’Azienda usufruisca della libera professione del medico, pagando la tariffa al posto del paziente, cui spetta solo l’eventuale ticket”.