REDAZIONE UMBRIA

L’avvocato Centofanti alla Consulta per il fronte umbro del “no“

Ci sarà l’avvocato Siro Centofanti domani davanti alla Corte Costituzionale che deve valutare l’ammissibilità del questito refendario sull’eutanasia legale. L’avvocato presenterà, in punta di diritto, le testi del "Comitato umbro per il ’no’ all’uccisione della persona, pur se consenziente". "Un referendum – sottolinea il comitato – che vorrebbe legalizzare l’omicidio e il femminicidio di ogni persona, anche se giovane e in perfetta salute, purché solo “consenziente”". Il Comitato ha presentato opposizione richiamando anche "l’importanza che hanno avuto nella storia grandi personaggi umbri quali San Benedetto da Norcia e San Francesco d’Assisi, che sono stati propugnatori di un mondo di solidarietà umana e non certo di uccisioni".

"Il quesito referendario – sottolinea l’avvocato Centofanti nella sua opposizione – è stato presentato al popolo italiano, già come risulta dalla denominazione del comitato promotore, in senso distorcente rispetto al suo effettivo contenuto. Il comitato promotore si è infatti denominato “eutanasia legale“ e in tutti gli interventi scritti e orali i relativi rappresentanti hanno inteso riferire il quesito ai casi di persone affette da malattie incurabili. Ciò non ha consentito al popolo italiano e alle stesse persone che in buona fede hanno firmato la richiesta di referendum, che sono state peraltro solo 543.213 di cui 481.745 con moduli cartacei e per il resto con firme digitali, che il quesito ha un carattere estremamente più ampio, poiché si riferisce (all’infuori dei ristretti casi di cui all’attuale art. 579, 3° comma, c.p.) all’uccisione di qualsiasi persona, anche giovane,

sana ed in perfetta salute, solo che abbia manifestato un quanto mai generico “consenso“. Il popolo italiano – sottolinea ancora l’avvocato Siro Centofanti – non è stato quindi messo in condizione di valutare che il quesito referendario conduce sostanzialmente ad una legalizzazione su scala generale dell’omicidio di una persona solo perché asseritamente “consenziente“, e quindi a un esito che comporta la fine della vita di una persona in modo del tutto indipendente dal suo stato di salute".

Sono undici gli interventi che verranno presentati alla Corte Costituzionale (tra favorevoli e contrari) che, poi, dovrà valutare l’ammissibilità del referendum.