La ruggine avanza sul basamento dei lampioni liberty delle Poste, realizzati dal fabbro Paride Rosi all’inizio del ’900. Il deterioramento che si sta abbattendo su quei ferri battuti di pregio è sotto gli occhi di tutti. Un cittadino che ci ha segnalato lo scempio si affretta a precisare: "Pochi si rendono conto del valore artistico di questo palazzo e dei suoi ornamenti. Avete mai alzato la testa per ammirare un affresco del Brugnoli, uno stucco del Frenguelli o un ferro battuto di un secolo fa? Eppure questo palazzo, realizzato a partire dal 1911 su progetto degli ingegneri Armanni e De Fonseca ed inaugurato il 10 maggio 1916, costituisce un pregevole ed inequivocabile esempio di stile liberty, quell’architettura anche detta “floreale” che tanto successo ebbe agli inizi del Novecento".
Il nostro “Cicerone“ continua a spiegarci che al palazzo delle poste ci lavorarono gli artigiani e gli architetti più quotati dell’epoca, tra questi anche il maestro vetraio Ludovico Caselli Moretti, artefice delle vetrate policrome ora però andate distrutte. "Un bell’esempio di edilizia cittadina - va avanti - che accresceva il prestigio del centro storico". Ascoltiamo con interesse la storia di questo immobile elegante e prezioso, che abbellisce l’acropoli, ma nel frattempo disturba l’idea di tanta incuria, guano dei piccioni e scalinate di marmo insozzate dal tempo compresi. L’auspicio: visto che sono in atto i lavori di restyling del palazzo evidenziati dal ponteggio montato sul lato di via Fani, i perugini sperano che sia anche l’occasione per pensare ai lampioni e ad eliminare una volta per tutte la sporcizia che alberga lì intorno.
Silvia Angelici