La protesta dei trattori. In marcia anche a Perugia: "Ci state togliendo dignità ma non ci fermereno"

Una trentina di mezzi agricoli è partita da Lidarno e ha raggiunto la zona industriale di Ponte San Giovanni percorrendo strade secondarie. Striscioni, bandiere e fumogeni. La solidarietà di molti automobilisti.

La protesta dei trattori. In marcia anche a Perugia: "Ci state togliendo dignità ma non ci fermereno"

La protesta dei trattori. In marcia anche a Perugia: "Ci state togliendo dignità ma non ci fermereno"

Non hanno bloccato strade, non hanno creato disagi, a parte qualche inevitabile rallentamento. Non era quello il loro intento. E molti automobilisti hanno dimostrato con gesti inequivocabili di essere dalla loro parte, di appoggiare la protesta. La rivolta dei trattori è arrivata anche a Perugia. Con bandiere tricolori, fumogeni, striscioni appesi ai mezzi agricoli e cartelli senza bisogno di altre spiegazioni: "Ci state togliendo anche la dignità", hanno scritto. Su una bara simbolica la frase: "Salma dell’agricoltura italiana".

Alcuni agricoltori, con i loro trattori, hanno trascorso la notte lungo la strada tra Lidarno e Sant’Egidio, dove era fissato il raduno. Poi, quando sono arrivati anche gli altri manifestanti, il corteo dei mezzi agricoli si è messo in moto. Una trentina di mezzi con i loro proprietari sono partiti da via Ranco e sono arrivati alla zona industriale di Ponte San Giovanni. Il percorso che hanno fatto è stato interno, non hanno intasato la E45. È stato tutto gestito con molta tranquillità, grazie anche alle volanti della polizia e della polizia locale presente con le pattuglie in moto. I trattori sono partiti da via del Ranco, passando dalla strada ponderale a strada Sant’Egidio fino a Collestrada, poi strada Ospedale-San Francesco, via della Valtiera, fino in fondo alla via Gustavo Benucci e poi tornati indietro. Con bandiere tricolori appese e cartelli con scritto: "Ci state togliendo quel poco di dignità rimasta". Una cosa è certa e i manifestanti l’hanno ribadita con forza: "Non ci fermeremo. Vogliamo salvare l’agricoltura e il nostro lavoro".