REDAZIONE UMBRIA

"La Chiesa non distoglie l’attenzione: mani tese verso i bisognosi"

La Chiesa non dimentica i bisognosi. Non sono mancate le celebrazioni e gli eventi con lo sguardo rivolto a...

Don Marco Briziarelli, direttore della Caritas, durante il consueto pranzo di Natale offerto dal vescovo. ai bisognosi e alle persone sole

Don Marco Briziarelli, direttore della Caritas, durante il consueto pranzo di Natale offerto dal vescovo. ai bisognosi e alle persone sole

La Chiesa non dimentica i bisognosi. Non sono mancate le celebrazioni e gli eventi con lo sguardo rivolto a quanto le accade intorno, soprattutto verso le persone in gravi difficoltà economica e solitudine. Basti pensare alla campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Se le donazioni potessero parlare” promossa dalla Caritas diocesana nel periodo di Avvento-Natale a sostegno degli interventi caritativi per migliaia di famiglie, "sapendo che anche la più piccola azione caritativa – ribadisce l’arcivescovo Ivan Maffeis – genera a livello sociale un incredibile effetto moltiplicatore". Non sono mancate le diverse iniziative di solidarietà e condivisione organizzate in parrocchie, comunità religiose, strutture di accoglienza e famiglie nelle festività natalizie, come il “Pranzo di Natale” offerto dall’arcivescovo alla Mensa “Don Gualtiero” a quanti tutto l’anno usufruiscono dei servizi Caritas e a chi avrebbe trascorso il Natale in solitudine. Al pranzo era presente anche don Marco Briziarelli, direttore della Caritas, sempre in prima linea quando bisogna tendere la mano a chi chiede aiuto.

Tornando alla celebrazioni religiose, l’omelia di Natale del vescovo in Cattedrale ha avuto come filo conduttore il tema della luce contro i conflitti e la necessità di rimettersi in cammino per incontrare Dio.

"Cos’è che ci ha riuniti sotto queste volte, a quest’ora insolita della notte? - chiede Maffeis, ai fedeli -. Accanto a un po’ di nostalgia per sentimenti che ci riportano all’infanzia e agli affetti che ci hanno cresciuti… c’è forse un’attesa più profonda; c’è il desiderio di ritrovare un significato, un’identità culturale e spirituale con cui abitare questo nostro tempo. “Abbiamo bisogno del cristianesimo – riconosce Corrado Augias, citato da Andrea Riccardi – perché lì fuori non c’è più altro”".

S.A.