
Il vescovo Ivan Maffeis, il professor Pierluigi Maria Grasselli e don Marco Briziarelli (foto Crocchioni)
"In questi dieci anni abbiamo visto mutare la povertà in tutte le sue dimensioni, un divenire continuo e costante che richiede una preziosa attenzione, partendo dal cuore di ogni azione Caritas: l’ascolto": con queste parole il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli, introduce il decimo rapporto Caritas, illustrato dall’economista Pierluigi Grasselli, alla presneza del vescovo Ivan Maffeis. Nel 2024 si sono presentati al Centro di Ascolto della Caritas 1.832 nuclei, con un aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. L’afflusso dei richiedenti aiuto sembrerebbe stabilizzarsi, dopo i forti incrementi legati alla pandemia da Covid-19, al conflitto russo-ucraino e alla crisi energetica con relativi aumenti delle materie prime, non supportate dall’adeguamento degli stipendi. A livello diocesano, considerando anche l’apporto dei 41 Centri di ascolto parrocchiali, i nuclei aiutati raggiungono quota 3.688 oltre 12.000 persone con un aumento dell’11,4% rispetto al 2023. "Stabilizzarsi su questi numeri -avverte don Marco - significa uno sforzo enorme, complesso e prosciugante in termini economici e non solo che non ci permette ad oggi di garantire la sostenibilità di tutti i servizi nel 2026. Consideriamo che nel 2019 le famiglie aiutate erano poco più di 1.600".
Nello specifico del Centro di ascolto diocesano anche nel 2024, la quota dei richiedenti aiuto italiani (25,6%) risulta nettamente inferiore a quella di stranieri o persone con doppia cittadinanza, ma si attesta comunque come la nazionalità più aiutata con punte del 40% sui servizi di maggiore prossimità. La maggior quota di stranieri si registra in corrispondenza del Marocco, seguito principalmente da Nigeria, Perù, Ucraina e Tunisia. Si è continuato a far ricorso alla distinzione tra utenti vecchi e nuovi. Distinguendo per genere, il totale risulta composto da 957 femmine (52,2%) e 875 maschi. È interessante notare che quasi il 12% dei richiedenti aiuto nel 2024 ha aperto la propria scheda oltre dieci anni fa: " una povertà - avverte don Marco - di tipo “cronico”. Difficile da arginare".
Silvia Angelici