Katia Ricciarelli al Lyrick: "Che mamma terribile"

La celebre cantante lirica stasera ad Assisi con la commedia “Riunione di famiglia“. "Felice di tornare, ho vissuto 25 anni a Spoleto"

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di Sofia Coletti

"Una commedia brillante, divertentissima e al tempo stesso profonda, con una famiglia, madre e tre figli, veramente assurda". Katia Ricciarelli racconta così la sua nuova prova d’attrice: la celeberrima cantante lirica è infatti protagonista stasera alle 21 al Teatro Lyrick di “Riunione di famiglia“ di Amanda Sthers e Morgan Spillemaecker, insieme a Fabio Ferrari, Nadia Rinaldi e Claudio Insegno, che firma anche la regia (il quartetto nella foto sotto). Lo spettacolo rientra nella stagione organizzata da Zona Franca con direzione artistica di Paolo Cardinali, prevendite su TicketItalia.

Il suo ruolo nella commedia?

"Sono la mamma terribile, un’ex artista quasi ottantenne che ama l’alcol, i soldi e la bella vita, alla resa dei conti con la famiglia. Ha tre figli che sono peggio dell’altro, non la sopportano e decidono di farla fuori. E’ una commedia giocata sull’assurdo, all’inizio il pubblico rimane sorpreso ma poi non smette più di ridere. E anche io mi diverto moltissimo".

Cosa l’ha attratta del progetto?

"La libertà, a partire dal linguaggio. Non sono certo uno stinco di santa ma ci sono punti dove ho superato ogni aspettativa, offendo tutti e dico un sacco di parolacce, ho fatto un po’ di fatica ma alla fine è un atto liberatorio e sorprendente. Del resto faccio melodramma da 53 anni e sono abituata a situazioni assurde, a morire, a farmi uccidere, a offendere ed essere offesa. Come attrice e cantante ho la grande fortuna di poter dire le cose più assurde e impossibili. E così mi sfogo".

Dopo una carriera internazionale come soprano, ha iniziato a recitare. E’ molto diverso?

"Sì, perché quando canto devo seguire la musica, nel tempo previsto e secondo le intenzioni del compositore. Un attore è più libero di esprimersi alla sua maniera. E poi nel melodramma c’è una distanza con il pubblico, tutto è più esagerato, dal trucco ai gesti".

Ma quale ambito preferisce?

"Forse mi piace di più recitare, per la possibilità di creare qualcosa di mio".

E cosa porta con sé della sua vita nel mondo della lirica?

"Ho talmente tanti ricordi che è impossibile scegliere. Ho 53 anni di carriera, c’è stato il massimo e qualcosa che non è andato, insieme a momenti dove tutto è diventato farsa. Il melodramma è incoerenza pura, bisogna avere ironia e amore. E io lo amo totalmente".

Torna in Umbria, una terra che le è cara...

"Ne sono felicissima. Ho vissuto 25 anni a Spoleto dove tornerò a marzo, il Lirico Sperimentale mi ha chiamato a guidare la giuria del concorso di canto, è un piacere incredibile. Ho passato anni bellissimi a Spoleto, lì mia madre ha vissuto da regina. Io Ho fatto carriera grazie a suoi sacrifici e sono orgogliosa di quello che le ho regalato in Umbria".