Intelligenza artificiale: e ora?. Così cambierà il nostro futuro

Intervista all’esperto Giacomo Mariotti: "Opportunità e pericoli, spetta a noi usarla bene". CLASSI II A, III A DELLA SCUOLA GIOVANNI PONTANO (VALLO DI NERA). .

Robocop, Terminator, oppure uno dei personaggi dei romanzi di fantascienza che studiamo a scuola: quando pensiamo all’IA (acronimo di intelligenza artificiale), c’è il rischio di esagerare. In realtà, i sistemi attuali non hanno una volontà autonoma, né provano emozioni. Tuttavia mostrano “abilità come ragionamento, apprendimento, pianificazione e creatività”, secondo la definizione del Parlamento Europeo. Tanti i settori di utilizzo: dai traduttori automatici, fino ai veicoli a guida autonoma, passando per manifattura e commercio. Insomma, l’IA fa già parte delle nostre vite da molto tempo. Almeno da quando l’informatico inglese Alan Turing, quasi un secolo fa, mise a punto i primi algoritmi per realizzare un sogno: avere ogni risposta a portata di mano. Ora, grazie al progresso degli ultimi anni, siamo vicini al traguardo. "O meglio, nel bel mezzo di una rivoluzione, con molte opportunità da cogliere", ci spiega il fisico Giacomo Mariotti, che da anni lavora con l’IA tra il Regno Unito e il Giappone. "Ci sarà un aumento della produttività, nasceranno nuove professioni e in molti campi avremo benefici: è già impiegata al fianco degli specialisti nelle diagnosi mediche e potrà aiutarci a sviluppare farmaci innovativi, attraverso lo studio delle molecole". Un altro ambito di forte interesse è la capacità di generare contenuti. Anche noi, guidati dal docente di matematica, abbiamo sperimentato questa incredibile possibilità. A partire da un semplice comando vocale, l’IA costruisce immagini ad alta risoluzione (come quella a fondo pagina) in pochi secondi.

Il risultato è sbalorditivo, sembra quasi una magia. Lo stesso avviene, per quanto riguarda i testi, con i “chatbot”, assistenti virtuali in grado di scrivere e svolgere ricerche. Sono utili per imparare una lingua straniera o per allenare specifiche competenze, ma non devono mai sostituire la nostra mente. "Infatti possono commettere errori e replicare pregiudizi: vanno usati con responsabilità, controllando sempre le informazioni raccolte, altrimenti il pericolo è alimentare false notizie", sottolinea Mariotti. Per concludere, molte luci e qualche ombra all’orizzonte. Anche per questo l’Unione Europea ha appena approvato una legge con l’obiettivo di regolare gli aspetti etici, l’accesso dei minori, la tutela della privacy e dei dati personali. Vedremo cosa accadrà, ma una cosa è certa: nel bene e nel male, l’IA ci farà compagnia, cambiando volto anche alla scuola di domani. Staremo a vedere...