"In quell’auto dovevo esserci anch’io". Solo lacrime per ricordare Ana e Nika

Decine di giovani hanno partecipato alla commemorazione delle due ragazzine morte nello schianto di Torricella

La cerimonia in ricordo delle vittime dello schianto di Torricella

La cerimonia in ricordo delle vittime dello schianto di Torricella

Perugia, 31 maggio 2023 – “Dovevo esserci anche io in quella macchina. Nika mi aveva chiesto di andare con lei alla serata sulla spiaggia. Sarei dovuto tornare in macchina con loro. Alla fine ho deciso di non andare, c’era la festa di un mio amico in centro e comunque mio padre non mi avrebbe dato il permesso". Un brivido percorre la schiena al pensiero che Mattew ora potrebbe non essere qui e a lui brillano gli occhi mentre racconta degli ultimi momenti passati con l’amica in un pranzo al Mac fissato per aggiornarsi sui rispettivi problemi di cuore, "ma sembra tutto così assurdo adesso". Era il migliore amico di Nika Myshko, la sedicenne morta nello schianto di Torricella in cui hanno perso la vita anche Ana Tuja di 15 anni e Julio Cesar Vera Quinonez di 28 che guidava senza patente né assicurazione l’auto volata nella scarpata sul raccordo Perugia-Bettolle. Mattew in poche ore ha messo in moto un meccanismo perfetto di solidarietà e condivisione, che ha mosso centinaia di adolescenti riunendoli ieri in un unico gruppo multiculturale al Parco Sant’Anna "abbiamo creato il gruppo e poi ognuno invitava altri ed è diventato gigantesco".

Ieri pomeriggio erano tutti stretti attorno alla panchina dove sotto un ombrello la mamma e il papà di Nika si abbracciavano in un lamento continuo e straziante: "Era una brava bambina". Con loro anche il cagnolino della ragazzina, così tante volte finito nelle foto sui social da essere riconosciuto e salutato da tutti. Quando i palloncini rosa e bianchi sono stati liberati in cielo è partito un applauso scrosciante, null’altro. Non una parola: solo lacrime che cadevano dagli occhi coperti dai ciuffi, tra gli abbracci sotto i cappucci delle felpe.

"Perugia non era mai stata così unita come in questo dolore", ci spiega Mattew "in quella macchina c’erano quattro perugini, i fratelli Tuja che erano rumeni, un’ucraina che sarebbe Nika e un equadoregno. Dopo quello che è successo Nika e Ana sono riuscite ad unire tantissime persone, non ho mai visto nulla del genere. Questi gruppi fino a ieri si facevano la guerra". Proprio Ana lo aveva imparato sulla sua pelle, picchiata barbaramente in un video che diventò l’emblema virale del fenomeno del bullismo al femminile. Non c’era sua madre ieri alla veglia, è ferma in ospedale, al capezzale dell’altro suo figlio Florentin unico superstite dello schianto. Le sue condizioni sono gravi ma stabili e per lui si può ancora sperare.