Il paese che non c’è più rivive con un plastico

Nocera Umbra, inaugurata la vigilia di Natale una riproduzione di Casa Moriconi realizzata dall’artista Giovanni Quagliani

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di Alessandro Orfei

Rivive il paese che non c’è più. È stata inaugurata la vigilia di Natale una riproduzione, attraverso un plastico, di Casa Moriconi, il borghetto che si ergeva in prossimità della sorgente del Topino e che, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, è stato delocalizzato come precauzione per preservare la qualità dell’acqua.

Da lì la demolizione e la ricostruzione, con vite cambiate e abitudini stravolte di chi aveva trascorso la propria vita in quel villaggio.

Uno di questi era proprio Giovanni Quagliani, l’artista che ha deciso così di dare nuova vita al borghetto, riproducendolo attraverso un plastico di polistirolo.

"Sono nato in quel paese – racconta infatti Giovanni – e sono rimasto lì fino all’età di 18 anni. Ho molti ricordi particolari legati ad ogni angolo del paese e ho deciso di dare loro nuova vita". Un regalo di Natale che Giovanni ha fatto anche a tutti coloro che hanno condiviso con lui il tempo nel borghetto.

L’emozione, al momento dell’inaugurazione, è stata così palpabile. Il lavoro, esposto all’interno di una casetta di legno del ‘Villaggio della sostenibilità’ di Bagnara, ha ridato forma ad un paese con una storia particolare.

A Casa Moriconi infatti è nato Fulvio Sbarretti, la medaglia d’oro al valore militare che sacrificò la propria vita a Fiesole durante la seconda guerra mondiale. Ma a Casa Moriconi, come detto, c’è anche la sorgente del Topino, che alimenta mezza provincia di Perugia con le proprie acque pregiate.

E nel borghetto c’era anche una chiesa particolarmente antica come quella di Sant’Antimo, oggi Sant’Anna.

A condire il tutto l’arte e la creatività di Giovanni Quagliani. Un vero artista che, con la sua mente e la sua abilità manuale, è riuscito a riprodurre anche un’atmosfera d’altri tempi.

"È stato un lavoro di ricerca certosino – racconta ancora Giovanni Quagliani – attraverso il quale ho raccolto il poco materiale esistente, tra foto e una planimetria catastale. Il resto lo hanno fatto i miei ricordi e quelli dei miei paesani".

A collaborare con Giovanni, anche Giuseppe Parroccini e Gregorio Silvestri.