REDAZIONE UMBRIA

Il Museo “Luigi Boldrini“ mostra i tesori al pubblico

Le sale espositive, ora sotto le cure del Ministero, sono tornate fruibili. In vetrina la collezione di animali vertebrati del Pleistocene Inferiore.

Il Museo “Luigi Boldrini“ mostra i tesori al pubblico

"Ho riportato alla luce questi animali, li ho riportati a vedere il cielo e la pianura di Pietrafitta dove un milione di anni fa transitavano e pascolavano. Oggi tutti noi possiamo ammirarli: ad essere sincero, posso dire con tranquillità di essere orgoglioso di quello che ho fatto". Così scriveva Luigi Boldrini e chissà quale emozione avrebbe provato ora che si schiude al pubblico lo scrigno di tesori preistorici del Museo di Pietrafitta che porta il suo nome. Ieri pomeriggio il paleontologico “Luigi Boldrini“ è tornato fruibile al pubblico con la sua collezione (tra le più importanti in Europa) di animali vertebrati del Pleistocene Inferiore. Le vicende che hanno riguardato questa struttura l’hanno anche finalmente traghettata alle cure del Ministero e sotto la guida sicura del neo direttore Tiziana Caponi. Il Museo si è avvalso anche di una serie di collaborazioni con le varie realtà del territorio, come Enel e, in particolare, Enel X con il cui supporto è stato, infatti, realizzato in tempi recenti un impianto fotovoltaico da 32 kW per aiutare la sostenibilità e ridurre i consumi energetici con benefici economici ed ambientali. Il patrimonio contenuto nel museo parte senz’altro del mammuth, riferito alla specie Mammuthus meridionalis. Le ligniti di Pietrafitta sono parte della storia di questo territorio e qui si ha traccia della sua genesi, cioè la presenza prima di un grande lago, poi di un sistema fluviale nel corso del Pleistocene. Gli scavi della lignite destinata ad alimentare la centrale termoelettrica "Città di Roma", creata nel 1959 sotto la gestione di Acea e dal 1963 di proprietà dell’Enel, hanno portato alla luce migliaia di resti fossili di piante, molluschi d’acqua dolce, insetti e soprattutto vertebrati che rendono unica la fauna di Pietrafitta. L’assidua attività di recupero di Luigi Boldrini, assistente capoturno di miniera e dipendente Enel, ha consentito il recupero di questa enorme quantità di materiale che è tutt’ora in corso di studio.