SOFIA COLETTI
Cronaca

Il debutto alla regia di Chiara Atalanta Ridolfi “La Mir“, il documentario su un mondo di pace

"Il mio desiderio è quello di restituire volume a persone che parlano sottovoce in un mondo abituato a urlare, e...

"Il mio desiderio è quello di restituire volume a persone che parlano sottovoce in un mondo abituato a urlare, e...

"Il mio desiderio è quello di restituire volume a persone che parlano sottovoce in un mondo abituato a urlare, e...

"Il mio desiderio è quello di restituire volume a persone che parlano sottovoce in un mondo abituato a urlare, e conservare la memoria di piccole situazioni quotidiane che compongono nel tempo grandi opere che meritano di essere riconosciute". Così Chiara Atalanta Ridolfi, sceneggiatrice orvietana molto apprezzata nel panorama cinematografico nazionale, racconta il suo debutto alla regia (nella foto con la troupe) : è il documentario “La Mir - Storie da un mondo di pace” dedicato alle vicende della sartoria sociale che nel cuore di Orvieto accoglie, forma e impiega persone che, per ragioni diverse, vivono situazioni di fragilità. Soggetti con invalidità fisica o psichica, detenuti in regime di semi-libertà, donne vittime di violenza, minori in difficoltà, anziani senza più occupazione, trovano qui un’alternativa all’isolamento. "Con questo lavoro – dice la regista – vorrei far conoscere a tutti questo progetto di “artigianato di pace”, di solidarietà concreta basato sul lavoro artigianale e sulla cura, la manutenzione e il riciclo contro la cultura dello spreco". Nasce così “La Mir“, un progetto di cinema indipendente, arrivato in finale al Premio Solinas e finanziato dalla Regione Umbria che arriva adesso nelle sale con quattro appuntamenti già fissati. Domani sera verrà proiettato alle 20.30 al cinema Corso di Orvieto alla presenza della regista insieme a Claudio Lattanzi, il 30 maggio sarà la volta di Bologna e il 4 giugno di Roma per arrivare a Perugia, il 9 giugno con proiezione e incontro al cinema Méliès.

"La Mir è un posto da cui filtra un’atmosfera speciale, miracolosa e allegra, restituita nel documentario dalle musiche originali di Arturo Annecchino e dalla fotografia di Sara Purgatorio" dice Chiara Atalanta Ridolfi che segue con affetto i personaggi e disegna l’affresco di una comunità eterogenea, composita e fluida.