I prof: "Che stranezza"

Una mattinata con i docenti tra distanziamento obbligato e percorsi anti-incrocio "Non c’erano altre strade"

Migration

Il professor Angelo Conti esce dalla palestra per una breve pausa caffè. Il docente è a capo della commissione all’Itas “Cavour- Marconi- Pascal” di Perugia, insediata appunto in palestra. Arriva dall’Istituto tecnico professionale di Spoleto. "Dal ‘92 ad oggi ho fatto 24 Maturità – racconta abbassando la mascherina – :12 come commissario e 12 da presidente" . Ne ha di esperienza sulle spalle e capendo qual è la nostra domanda, anticipa la risposta. "Certo che è una Maturità singolare. Ma non si poteva organizzarla diversamente. Abbiamo dovuto fare buon viso a cattivo gioco con gli strumenti che avevamo a disposizione". Professore, in molti hanno osservato che questa dell’era covid è stata più la Maturità dei protocolli e della burocrazia, che del merito: che ne pensa? "E’ il riflesso della didattica di quest’anno. L’Esame si è dovuto adeguare all’emergenza sia nei contenuti che sotto il profilo della logistica". Succede infatti che in ognuna dell 54 scuole, sede della Maturità, vengono osservate le regole del distanziamento sociale.

"Tra i sette membri (sei interni e un presidente esterno) delle commissioni, tutti muniti di mascherine, devono esserci almeno due metri. Qui al Politecnico _ spiega la vicepreside del Capitini – abbiamo scelto di insediarle all’interno delle aule laboratorio, più spaziose e accoglienti. C’è anche un ingresso e un’uscita, delimitati da nastri colorati e piccole transenne. Visto che possiamo contare su un parcheggio molto ampio, l’area è stata divisa per evitare incroci a rischio". Stesso discorso anche al Liceo classico: si entra dall’ingresso principale in piazza Mariotti e si esce nel vicoletto di via della Lucertola. Anche per gli esaminandi umbri vale la regola generale: ci si presenta con la mascherina e l’autocertificazione che attesta di non avere sintomi covid o la febbre.

Silvia Angelici