Gubbio, il primo capitano. Lamberto Damiani eletto per la Festa dei Ceri 1954

Dopo un incidente in moto rinunciò a cure e riposo per partecipare da protagonista al grande evento ma dopo la ’Corsa’ accusò malori e morì .

Gubbio, il primo capitano. Lamberto Damiani eletto  per la Festa dei Ceri 1954

Gubbio, il primo capitano. Lamberto Damiani eletto per la Festa dei Ceri 1954

La vigilia della Festa dei Ceri è l’occasione per ricordare con affetto, devozione e rimpianto tutti i ceraioli che hanno contribuito a tramandare e tutelare i valori religiosi, sociali e civili della Festa. Sotto questo profilo ricca di significato la deposizione della corona di fiori sulla piattaforma del civico cimitero, in un clima di grande commozione. È l’occasione per una rapida schermata che mette in primo piano personaggi indimenticabili.

È il caso di Lamberto “Tozzetto” Damiani, scalpellino, a 70 anni dalla morte che si collega comunque alla Festa dei Ceri, ai suoi valori ed esprime, oltre al coinvolgimento che gli eugubini hanno nel contribuire ad esaltarla nei suoi valori e nelle sue finalità.

Definirlo un “patrimonio” della millenaria Festa non sembrerebbe proprio azzardato. Scalpellino, Primo Capitano eletto per la Festa dei Ceri 1954 (secondo Teobaldo Faramelli, capodieci nell’ordine Fabio Barbetti, Giuseppe Rossi e Flaminio Farneti), ai primi di maggio del dello stesso anno ebbe un brutto incidente motociclistico mentre viaggiava in sella alla sua moto. Ricoverato in ospedale, seguì con scrupolo le cure dei sanitari, ma oppose loro un netto rifiuto quando ne consigliavano cure e riposo, rinunciando quindi al ruolo di Capitano. Niente da fare. Il 15 maggio, una giornata piena di pioggia, visse il ruolo da protagonista entusiasta, appassionato ed applaudito. Purtroppo, una volta sceso da cavallo, nei giorni successivi incominciò ad accusare malori sempre più gravi che lo portarono alla morte il 7 luglio. Inutili cure ed anche interventi di alta specializzazione.

Il suo ricordo è quello di un Capitano fiero del suo ruolo andato incontro, nonostante tutto al suo destino ed al Patrono con il sorriso sulle labbra. Quello che i “Ceri” ed i loro valori regalano a tutti. Una testimonianza che ancora oggi commuove. Un episodio ampiamente descritto e documentato nel secondo tomo, a cura del giornalista Gianluca Sannipoli, che raccoglie i preziosi “libri gialli” del professor Adolfo Barbi (1940-2000), presentato domenica al Centro Servizi Santo Spirito.