Giornata dei giovani in Monastero. La Diocesi riparte dalla speranza

A Città della Pieve c’è stato il raduno della 38esima “Gmg“: si è cercato di i tornare al senso vero della vita. La commovente storia di Edison, venuto a mancare un mese fa, raccontata dai genitori adottivi .

Gmg (Giornata mondiale della gioventù) diocesana nella chiesa del Monastero delle Clarisse di Città della Pieve, ascoltando testimoni di speranza, a partire dagli “ultimi”. "Sono i poveri ad avere il segreto della speranza. Oggi si vive tutto in fretta, non c’è tempo per sperare, solo per pretendere". Così le Clarisse del Monastero di Santa Lucia hanno accolto, sabato sera, i partecipanti all’incontro diocesano della 38esima Gmg. Insieme ai giovani l’arcivescovo Ivan Maffeis, il vicario generale don Simone Sorbaioli e diversi sacerdoti tra cui il parroco- della Concattedrale, don Giordano Commodi, il sindaco di Città della Pieve, Fausto Risini. "Il primo cittadino ha ricordato il periodo della pandemia, quando partecipava alla messa domenicale nella chiesa delle Clarisse, trasmessa sui social da un gruppo di ragazzi, per far sentire la vicinanza anche delle istituzioni civili alla popolazione costretta a casa", sottolinea la Diocesi. Decisamente “forte” l’esperienza di speranza di Chiara e Giovanni Segantin, i coniugi responsabili dell’opera segno di carità “Il Casolare” a Sanfatucchio (Castiglione del Lago). Hanno raccontato la storia di Edison, il loro figlio adottivo venuto a mancare un mese fa. Era un ragazzo kosovaro, affetto da gravi patologie dalla nascita, vissuto con loro 13 anni. "Di fronte a lui – così Chiara e Giovanni – tante persone hanno trovato qualcosa che li ha mossi nell’animo, spesso molto indurito, divenendo Edison seme di speranza e attaccamento alla vita per tanti di noi"