Gestione illecita di rifiuti Sei indagati in Umbria

Il 9 maggio la Biondi Recuperi di Ponte San Giovanni (interessata da due diversi incendi a distanza di poco tempo) e i sospettati del traffico, compariranno davanti alla giudice Amodeo.

Gestione illecita di rifiuti  Sei indagati in Umbria

Gestione illecita di rifiuti Sei indagati in Umbria

È stata fissata per il prossimo 9 maggio l’udienza preliminare del procedimento che ipotizza il traffico di rifiuti illeciti intorno alla Biondi Recuperi di Ponte San Giovanni. Sei persone e l’azienda sono chiamati a presentarsi di fronte al giudice Margherita Amodeo per rispondere di presunte irregolarità e violazioni nella gestione dei rifiuti raccolti nel centro di stoccaggio, dove due volte, a distanza di poco tempo, si sono verificati degli incendi. Agli imputati, a vario titolo, viene contestato di aver organizzato un traffico illecito di rifiuti e di aver violato le normative antincendio. Gli accertamenti da parte dei carabinieri del Noe erano iniziati nel marzo del 2019 dopo il primo incendio. Dalle indagini, secondo la ricostruzione dell’accusa, era emerso che le fiamme erano divampate per un cortocircuito che si era verificato all’impianto elettrico di un trituratore mobile di rifiuti.

Erano stati evidenziati, inoltre, il presunto mancato adeguamento del sistema antincendio e l’immagazzinamento di una quantità di rifiuti superiore a quanto autorizzato. Le presunte irregolarità si sarebbero ripetute a partire dal 2016. Secondo la Procura, nell’azienda, si erano verificate "condotte reiterate di abusiva gestione", nella raccolta, nel trasporto, nel trattamento, recupero e commercializzazione, di rifiuti speciali e non.

Rifiuti che, nello specifico, sempre secondo quanto rilevato dagli inquirenti, sarebbero stati trattati solo sulla carta. I materiali di scarto, infatti, sarebbero stati accompagnati da documentazione non completa, inesatta "ovvero falsa".

Gli inquirenti quantificano in novemila tonnellate i rifiuti gestiti in maniera illecita, destinati ad altri centri di smistamento o alla discarica senza essere stata sottoposta al trattamento previsto per legge. Nel procedimento risulta parte offesa l’associazione I Molini di Fortebraccio.