di Daniele Cervino
Cadono le bombe sulle città dell’Ucraina. La gente fugge, insieme ai propri cari. Soprattutto donne, bambini, riescono a portar via con sè una valigia, qualche foto, delle bambole. Ma tanti animali da compagnia vengono abbandonati al loro destino perchè spesso i loro padroni non hanno potuto salvarli dalla guerra. Non Liuba. Lei, allevatrice insieme alla sorella, è scappata dall’orrore con 19 cani e grazie all’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha raggiunto Perugia ieri intorno alle 21. Ma c’è voluta una missione di salvataggio per aiutare la ragazza e i suoi animali, che da giorni erano bloccati a Uzhorod, e portarli al rifugio Agrilia a Ponte Pattoli.
Liuba è una profuga di Zaporižžja. Due settimane fa, quando i russi hanno dato il via all’invasione, ha lasciato la sua città portando con sé 5 mastini adulti e 3 cuccioli, 10 golden retriever e 1 flat. Ma proprio quando stava per lasciare il territorio per entrare nell’Unione Europea, per lei sono cominciati i problemi: per ragioni di organizzazione della carovana, avrebbe potuto mettersi in salvo solo lasciando a Uzhorod, al confine con la Slovacchia, i suoi cani. "No, non posso", si è detta. E ha deciso di non proseguire. Per giorni è stata ospite nel rifugio Barbos a circa 200 metri in linea d’aria dal confine slovacco e a meno di sei chilometri dalla dogana. Dalla salvezza. Il suo appello disperato è stato raccolto dall’Enpa, che due giorni fa ha programmato e la missione in collaborazione con NewWay e allertato le autorità sanitarie italiane sull’arrivo dei 19 cani. Nella notte il mezzo è entrato in Ucraina e ha prelevato Liuba e gli animali in una situazione difficile: per superare la frontiera, percorrere quei sei chilometri che separano la dogana dal rifugio, caricare i cani e uscire dall’Ucraina sono servite oltre sei ore. All’arrivo a Perugia, spiega l’Enpa, "i cani saranno in osservazione sanitaria nel rispetto dei protocolli ministeriali, dalla Asl in collaborazione con la sezione di Perugia. Il rifugio ha locali idonei a ospitare anche Liuba". Nei giorni scorsi la sorella di Liuba aveva già portato in salvo altri 58 ’amici a 4 zampe’ dall’Ucraina.
"Una storia di guerra, ma anche di coraggio - ha dichiarato Carla Rocchi, presidente Nazionale dell’Enpa - Esemplare questa donna che pur di non lasciare i suoi cani aveva in un primo momento scelto di non varcare la frontiera dopo aver già percorso oltre 1.300 chilometri tra pericoli e bombardamenti".