LUCA FIORUCCI
Cronaca

Forteto, capitolo chiuso. E’ morto a 83 anni il ’profeta’ Rodolfo Fiesoli

Fatale un malore nella casa di cura a Padova dove scontava la pena a 14 anni per gli abusi sessuali e i maltrattamenti ai minori che gli venivano affidati.

Rodolfo Fiesoli davanti alla Commissione parlamentare

Rodolfo Fiesoli davanti alla Commissione parlamentare

Firenze

L’ultimo respiro, Rodolfo Fiesoli l’ha esalato in ospedale, trasportato d’urgenza dalla rsa di Padova che era diventata la sua prigione, più comoda della cella dove, dopo una condanna definitiva a quasi quindici anni, ha passato una quarantina di mesi.

Avrebbe compiuto 84 anni a novembre, il "profeta" nato l’11 novembre del 1941 a Prato, fondatore del Forteto, la comunità che ha ospitato uno dei più grossi scandali della storia recente: minori, provenienti da famiglie in difficoltà, affidati dal tribunale competente alla comunità con sede a Vicchio, in Mugello, fondata negli anni Settanta proprio da Fiesoli, venivano maltrattati ed abusati sessualmente.

Affidamenti nonostante un precedente pesante, pesantissimo, l’antipasto di ciò che si sarebbe scoperto più avanti. Già nel 1978, infatti, Fiesoli e il suo braccio destro, l’idelogo della comunità setta Luigi Goffredi, erano stati arrestati per atti di libidine e lesioni su ragazzi e ragazze. Nel 1985, le accuse si erano trasformate in una condanna definitiva, ma gli affidi proseguirono, anzi incrementarono. E negli anni, crebbe anche il potere ’politico’ del profeta ed economico dell’azienda agricola, arrivata a sognare perfino la quotazione in Borsa.

In quegli anni d’oro, Fiesoli conquistò premi, un posto privilegiato nell’istituzione vicchiese dedicata a Don Milani, un credito trasversale tanto da essere invitato, al pari di big della cultura, alla convention Ted-X di Palazzo Vecchio. Eppure, dentro la comunità si perpetravano nefandezze inaudite. Attenzioni malate verso i ragazzini, esaltazione dell’omosessualità, processi chiamati ’chiarimenti’ che andavano avanti fino a notte fonda, davanti a tutti.

Tutto questo emerse il 20 dicembre 2011, quando un’inchiesta del pm Ornella Galeotti culminò nell’arresto del ’profeta’. Oltre trent’anni dopo la prima volta, e con un carico di accuse moltiplicato dagli anni in cui, con una cecità delle istituzioni che ancora non ha trovato spiegazione, Fiesoli aveva agito indisturbato. Dopo una condanna diventata definitiva nel novembre ’19, si era costituito a Padova. La sua pena sarebbe terminata nel 2033, ma da un paio d’anni, complice l’età e le condizioni di salute, era ai domiciliari in una rsa. Fatale una polmonite. Il 6 marzo, per la prima volta, era apparso davanti alla commissione parlamentare che vuol fare luce sul black out istituzionale che ha permesso lo scandalo.

"Resterà tutto il male che ha fatto, crimini indelebili sulla pelle di centinaia di persone. Un uomo che ha goduto per decenni di un credito illimitato e ingiustificato da parte delle istituzioni", commenta il deputato e presidente della Commissione d’inchiesta, Francesco Michelotti.