
di Alessandro Orfei
Due anni e mezzo, più il pagamento delle spese processuali. Stefano Mattioli, amministratore unico, presidente del consiglio d’amministrazione e poi liquidatore di Fils Srl è stato riconosciuto colpevole di peculato, nel corso del procedimento di primo grado, celebrato con il rito abbreviato dal giudice Paolo Mariotti, del tribunale di Spoleto. L’imputazione è relativa all’azienda in house, affidataria del servizio di pubbliche affissioni e delle attività di liquidazione accertamento e riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità e dei diritti delle pubbliche affissioni.
L’accusa è quella di "appropriazione della somma di 888.949 euro, derivante dalle riscossioni effettuate negli anni 2015, 2016 e 2017, omettendo di riversarle alla tesoreria comunale, rendendo la Fisl Srl, alla data del 31 dicembre 2017, debitrice nei confronti del Comune di questa somma". Mattioli è assistito dagli avvocati Luciano Ghirga e Valeriano Tascini, del foro di Perugia, che annunciano già l’intenzione di ricorrere in appello. "Riteniamo manchi la volontà di appropriarsi di denaro pubblico", ha detto Ghirga, confermando l’intenzione di ricorrere in appello. Il Comune di Foligno, nella persona del sindaco Stefano Zuccarini, si era costituito parte civile nella vicenda, ed era rappresentato dagli avvocati Daniele Miliani e Salvatore Prestipino. Il dispositivo ripercorre il dibattimento, avviato dall’esposto di una consigliera comunale, che aveva parlato di "anomalie nella gestione antieconomica della Foligno Impresa lavoro sviluppo Spa". Il giudice parla di "effettivo incameramento delle somme da parte della Fils" e sottolinea che "il delitto appare pienamente integrato ancorché tali somme siano state impiegate per finalità compatibili con l’attività sociale, anche per il pagamento di capitale, sanzioni e interessi relativi a debiti precedentemente assunti". La sentenza parla anche del rapporto con il Comune di Foligno.
"Il Comune – dice – non ha mosso rimostranze nei confronti della società, né ha proceduto alla messa in mora rispetto alle somme non versate. Tale contegno si ritiene configuri un concorso di colpa del creditore, in quanto l’inerzia a seguito del prolungato inadempimento ha consentito all’imputato di appropriarsi di una somma significativa. Il creditore, utilizzando l’ordinaria diligenza, avrebbe potuto impedire il perpetrarsi della condotta illecita e il conseguente aggravarsi delle conseguenze dannose". "I dubbi sulla gestione – dice la Lega di Foligno – sono confermati da una dura sentenza in cui il giudice evidenzia anche il comportamento dell’amministrazione Mismetti, che ha mostrato inerzia di fronte al mancato versamento delle somme incamerate dalla Fils per conto del Comune. Condanniamo pertanto in maniera decisa la gestione dell’intera vicenda da parte della vecchia amministrazione di centrosinistra".