
La conferma è arrivata col il test del Dna. E’ di Massimo Giua (nella foto) il corpo individuato tra le prealpi svizzere nei pressi del relitto del relitto del Cessna Caravan 208 precipitato mercoledì scorso durante il volo decollato da Siegen (Germania) con rotta per l’aeroporto di Arezzo. Nella giornata di ieri si era però diffusa l’errata notizia del recupero della salma. Operazione che invece non è stata ancora dichiarata conclusa. Il corpo era individuato dai soccorritori che si sono calati con i verricelli dall’elicottero e hanno raggiunto i resti del pilota. Immediatamente è stata informata la famiglia a Castiglione del Lago. La comunità locale si è stretta subito intorno ai familiari di Massimo Giua, distrutti dal dolore. Dolore che coinvolge anche il Sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico, compagno della figlia della vittima. Giua era andato a Siegen in Germania per fare la manutenzione al velivolo in una officina specializzata. Un controllo di routine sul mezzo a turbina, di proprietà di una agenzia tedesca, utilizzato da Giua per i voli della scuola di paracadutismo di Orbetello con cui lavorava da anni. Un volo dalla Germania alla Toscana che l’esperto pilota di Castiglione aveva effettuato molte volte.
Difficile capire cosa sia andato storto mercoledì, anche se su quel tratto di Alpi svizzere le condizioni meteo erano complicate ed una fitta nebbia riduceva fortemente la visibilità. Potrebbe, quindi, essere stato il maltempo la causa dell’incidente, ma non è escluso l’errore umano. Certo è che Giua era un pilota esperto con migliaia di ore di volo alle spalle. Ex parà della Folgore negli anni ’80 aveva fondato con il fratello Paolo la scuola di paracadutismo di Panicarola. Da tempo collaborava con la scuola di paracadutismo di Orbetello e con altri aero club del Paese.