
Resta in carcere don Vincenzo Esposito, parroco di San Feliciano, nel comune di Magione, arrestato il 3 agosto per prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Lo ha deciso iIl gip del tribunale di Palermo che ha rigettato l’istanza di scarcerazione avanzata dall’avvocato del prete Renato Vazzana.
Il religioso, 63 anni, era finito in cella dopo un’indagine dei carabinieri di Termini Imerese che avevano scoperto le sue chat a sfondo sessuale con alcuni ragazzini della città siciliana. Secondo l’inchiesta dei magistrati siciliani don Vincenzo "con cadenza quasi giornaliera era solito intrattenere rapporti telematici di natura esclusivamente sessuale con soggetti di minore età" e li avrebbe indotti a "compiere atti di autoerotismo, talvolta in presenza fra di loro, dietro la promessa e corresponsione di somme di denaro che vengono caricate sulle carte post pay in uso ai minori stessi". In carcere era finita anche la madre di uno dei minorenni. Secondo l’accusa la donna non solo era a conoscenza delle chat, ma avrebbe indotto e favorito la prostituzione del figlio e di un amichetto trattenendo per sé parte dei compensi elargiti dal prete.
Il legale del parroco aveva presentato istanza di scarcerazione e di conversione della misura cautelare in arresti domiciliari corredandola con un parere medico che certificava patologie "che lo hanno di fatto ridotto all’impotenza. E che - dice l’istanza - costituiscono chiaro ed evidente impedimento alla messa in atto di qualunque amplesso, anche nelle forme dell’autoerotismo".
Secondo la difesa, inoltre, il prete non sapeva che i ragazzini fossero minorenni e non ha mai richiesto alcuna videochiamata. E infine, secondo la tesi sostenuta dal legale, c’è quella che viene definita "la condotta estorsiva dei ragazzi" che sotto minaccia di denuncia, richiedono denaro in cambio del silenzio. Tutte considerazioni che il Gip siciliano ha respinto, decidendo di lasciare il religioso nel carcere di Spoleto.