ASSISI – Il tributo di una città, di un territorio per don Cesare Provenzi, parroco della Cattedrale prematuramente scomparso a 62 anni, punto di riferimento per la chiesa locale e per la società civile. Duomo di san Rufino strapieno per la solenne concelebrazione, ieri mattina, presieduta dal vescovo Domenico Sorrentino. Cerimonia aperta dal suono delle chiarine che hanno eseguito "Il Coprifoco", l’antico inno comunale; ai lati dell’altare il gonfalone cittadino e lo stendardo della Nobilissima Parte de Sopra i cui successi nel Calendimaggio don Cesare salutava, nel cuore della notte, con i rintocchi delle campane a festa. "Due diocesi unite nel lutto, quella di Assisi e quella di Bergamo, della quale era originario – ha evidenziato monsignor Sorrentino -. Sembra impossibile non imbattersi più in don Cesare, persona decisa che risolveva problemi, sempre vicino alla gente, ai poveri, per i quali voleva ampliare la mensa: sempre ne ho ammirato la competenza e dedizione, la presenza al fianco dei parrocchiani, in ogni momento. Una personalità decisa sempre capace di risolvere i problemi. Un prete ‘manager’ non facilmente sostituibile per come ha ricoperto i suoi incarichi anche diocesani, per quanto fatto per la Cattedrale e per i parrocchiani". Al termine i ricordi dei parrocchiani di Torchiagina, di San Rufino, quello della Parte de Sopra, le parole del fratello Giuseppe, del sindaco di Martinengo Pasquale Busetti, del sindaco di Assisi, Stefani Proietti che ha espresso la volontà di insignire don Provenzi del riconoscimento di cittadino benemerito di Assisi.
CronacaDon Provenzi sarà ’Cittadino benemerito’