LUCA FIORUCCI
Cronaca

Delitto di Perugia, ennesimo atto. La morte di Meredith Kercher e il “segno“ lasciato sulla città

Amanda Knox è stata condannata dalla Corte d’assise d’Appello di Firenze per la calunnia ai danni di Patrick Lumumba, da lei ingustamente accusato. Ma la “saga“ continua: la difesa dell’americana farà ricorso .

Delitto di Perugia, ennesimo atto. La morte di Meredith Kercher e il “segno“ lasciato sulla città

Delitto di Perugia, ennesimo atto. La morte di Meredith Kercher e il “segno“ lasciato sulla città

Una nuova sentenza nella quasi ventennale vicenda della morte della studentessa inglese Meredith Kercher, uccisa la notte dell’1 novembre 2007, in via della Pergola. Una nuova condanna per Amanda Knox per l’unica ipotesi di reato per la quale è stata riconosciuta colpevole, ovvero la calunnia ai danno di Patrick Lumumba. La Corte d’assise d’Appello di Firenze ha ribadito i tre anni di condanna già diventata definitiva, prima che la Cassazione rimandasse gli atti a Firenze per un nuovo processo, conseguenza di quanto affermato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo che aveva valutate violate le tutele alla difesa della ventenne, nell’interrogatorio in questura che portò, poi, all’arresto di Amanda, Raffaele Sollecito e, appunto, Patrick Lumumba, indicato dalla ragazza come autore del delitto. Era il 6 novembre 2007. Lumumba rimase in carcere due settimane, poi un testimone e le indagini scientifiche portarono a escludere il suo coinvolgimento.

Il congolese, molto conosciuto nella movida universitaria del tempo, è stato poi prosciolto del tutto, mentre nell’indagine aveva fatto il suo ingresso Rudy Guede. Degli accertamenti genetici lo collocavano sul luogo del delitto, il giovane ivoriano era noto alle forze dell’ordine per una precedente denuncia per furto. Ma Guede non era più a Perugia, venne individuato in Germania una ventina di giorni dopo il delitto, venne fermato su un treno per Coblenza. Secondo la ricostruzione dell’accusa, il giovane avrebbe partecipato all’uccisione di Meredith pur non essendone l’autore materiale.

Con questa accusa venne condannato con rito abbreviato a 16 anni di reclusione. Nel 2022 è uscito dal carcere dopo 13 anni detenzione. Amanda Knox e Raffaele Sollecito seguirono il rito ordinario, venendo condannati nel 2009, due anni dopo la Corte d’assise d’Appello di Perugia aveva ribaltato la condanna a 26 e 25 anni, assolvendo i due ragazzi. Knox, una volta libera, tornò a Seattle. Il 26 marzo 2013 la cassazione aveva annullato la sentenza, mandando gli atti a Firenze. Nella stessa aula di quest’ultimo procedimento, i due imputati vennero nuovamente condannati.

Il 27 marzo 2015 la quinta sezione penale della Corte di cassazione, presieduta dal consigliere Gennaro Marasca, aveva annullato senza rinvio le condanne a Raffaele Sollecito e Amanda Knox, assolvendoli per non aver commesso il fatto. Definitiva la condanna di Amanda per la calunnia per la quale è stata nuovamente condannata oggi. Una storia infinita, visto il presumibile ricorso della difesa dell’americana, che ha segnato profondamente Perugia, scopertasi improvvisamente "la capitale della droga". Una città ferita da quello che in parte, stando alle sentenze, rimane un giallo non completamente risolto.