REDAZIONE UMBRIA

Sgozzò la fidanzata che lo stava lasciando. Perizia sulla capacità di intendere e volere

Il delitto di Gualdo

Purtroppo anche questa estate registra un crescendo di violenza e molestie

Umbria, 5 ottobre 2014 - E’ IN PROGRAMMA il 14 ottobre l’incidente probatorio utile a capire se Danut Barbu, il 28enne romeno accusato di aver sgozzato a Gualdo Tadino la fidanzata Ofelia Bontoiu, sia incapace di intendere e volere. Gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza hanno sollecitato ed ottenuto l’esame per chiarire — attraverso una perizia tecnica d’ufficio — il vizio di mente di cui sarebbe affetto l’indagato. Il quale, dopo il delitto, aveva tentato il suicidio. Stando alla consulenza di parte, di cui si è occupato lo psichiatra Silvio D’Alessandro, Danut è affetto da un «disturbo bipolare II». NELL’ISTANZA presentata al gip Alberto Avenoso, i legali dell’indagato hanno sottolineato come Barbu «abbia tentato di togliersi la vita adoperando la medesima arma (cutter) utilizzata per ferire a morte la Bontoiu» e hanno aggiunto come «avesse assunto, nelle ore precedenti il fatto, alcol e benzodiazepine». Il gip ha ammesso la perizia e nominato un proprio esperto: tra nove giorni il perito riceverà l’incarico e andrà a visitare Danut in carcere, per poi giungere alle conclusioni. L’indagato potrebbe diventare non più processabile. ​SECONDO la ricostruzione dei carabinieri, Danut aveva stordito la povera Ofelia, colpendola alla nuca con la mensola di legno dell’armadio. Poi, vista la «debole resistenza» opposta dalla ragazza, le aveva premuto un cuscino sulla bocca e l’aveva sgozzata col taglierino acquistato poche ore prima in un negozio di ferramenta di Gualdo. Si configura un omicidio premeditato. Il 28enne romeno ha raccontato al giudice durante l’interrogatorio: «Dopo averla uccisa mi sono tagliato le vene». Il movente starebbe starebbe dunque «nel rapporto pluriennale, estremamente tormentato e conflittuale con la vittima, caratterizzato da continui alti e bassi, non ben visto da entrambe le famiglie dei giovani. Barbu si era reso conto delle titubanze di Ofelia a seguirlo in Inghilterra ed era ossessionato dalla fine del loro rapporto. Seppur lontano, lui continuava ad esserne «molto innamorato». Sul muro della stanza in cui è stata uccisa Ofelia l’assassino, dopo essersi tagliato le vene, aveva scritto col suo sangue: «Come ha sofferto e sta soffrendo la mia famiglia soffra anche la tua».