Concorsopoli in Umbria, chieste condanne per 23 imputati. Marini rischia 2 anni

Tra gli imputati l'ex presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e l'allora sottosegretario all'Interno e segretario regionale del Partito democratico Gianpiero Bocci

Catiuscia Marini e Gianpiero Bocci (Foto Crocchioni)

Catiuscia Marini e Gianpiero Bocci (Foto Crocchioni)

Perugia, 26 marzo 2024 - Condanne per 23 imputati, con pene che vanno da un anno e quattro mesi di reclusione a tre anni e quattro mesi, sono state chieste dalla Procura di Perugia nell'ambito del processo che vede coinvolte una trentina di persone per la presunta manipolazione di concorsi banditi dall'Azienda ospedaliera di Perugia e dall'Usl Umbria 1.

Tra gli imputati l'ex presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e l'allora sottosegretario all'Interno e segretario regionale del Partito democratico Gianpiero Bocci. Per entrambi i pubblici ministeri Paolo Abbritti e Mario Formisano avevano chiesto ieri l'assoluzione dall'accusa di associazione per delinquere.

L'inchiesta nel 2019 portò alle dimissioni della presidente della Regione Umbria, che oggi non era presente in aula durante la requisitoria e le richieste dei pm. Per lei i sostituti procuratori hanno chiesto oggi una condanna a due anni di reclusione.

Due anni e tre mesi, invece, la richiesta dei pm per Gianpiero Bocci, per il quale nella requisitoria i pm hanno chiesto l'assoluzione dall'accusa di avere rivelato alcuni particolari dell'indagine. Resta l'accusa di associazione per delinquere, invece, per Luca Barberini, ex assessore regionale alla sanità, per il quale sono stati chiesti tre anni e quattro mesi. Tra le altre richieste di condanna quelle di 1 anno e cinque mesi per Emilio Duca, ex direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Perugia.

Richiesta di assoluzione per l'accusa di peculato, invece, per Maurizio Valorosi, ex direttore amministrativo dell'Azienda ospedaliera di Perugia per il quale è stata chiesta la condanna a quattro mesi per associazione per delinquere e che è stato già stato condannato a due anni (pena sospesa) in seguito a un patteggiamento.

Sette, invece, gli imputati per i quali la Procura di Perugia ha chiesto l'assoluzione da ogni accusa. Per i pubblici ministeri titolari dell'inchiesta, l'indagine ha fatto emergere come nel tempo, da parte di alcuni degli imputati, fosse stata creata "una vera e propria rete di sistema attraverso cui condizionavano gran parte dei concorsi pubblici gestiti gestiti dall'Azienda ospedaliera di Perugia e da altre aziende sanitarie umbre, impartivano le direttive attraverso i vertici aziendali di nomina politica, affinché i concorsi pubblici venissero manipolati a favore dei candidati indicati da loro stessi”.