
L’Acciaieria
Oggi scatta la nuova fermata di una linea dell’area a caldo di Arvedi Ast. Lo stop, che non prevede cassa integrazione, durerà fino alla fine del mese, uno dei più lunghi dall’inizio dell’anno, e a determinarlo è ancora uno scarico produttivo. Ma nel primo quadrimestre, dal punto di vista commerciale, "la raccolta ordini è stata in linea con le attese" e gli impianti di viale Brin hanno operato con "piena capacità produttiva". Lo sottolinea Mattia Sala, direttore commerciale di Arvedi Ast, su siderweb.com.
"Per Arvedi Ast il 2024 si è chiuso con un buon bilancio – afferma Sala sul portale specializzato delle siderurgia – . Siamo soddisfatti delle vendite che abbiamo consolidato, soprattutto perché siamo riusciti a dare la piena capacità produttiva agli impianti di Terni. Per il primo quadrimestre 2025 siamo altrettanto soddisfatti della raccolta ordini che è stata in linea con le attese. Abbiamo centrato molti degli obiettivi che ci eravamo prefissati a fine 2024. Abbiamo rafforzato la nostra presenza estera. Crediamo infatti molto non solo al mercato domestico, sul quale permane una forte focalizzazione, ma anche alla crescita indirizzata verso mercati al di fuori dell’Italia e dell’Europa. Il primo quadrimestre si chiude quindi con una buona copertura delle produzioni sia per il laminato a freddo che per quello a caldo".
Per i prossimi mesi, si legge ancora su siderweb.com, Sala teme il ritorno di una forte incertezza per eccesso di importazioni dal far East, l’estremo Oriente. "L’Europa tornerà ad essere un territorio di conquista rispetto ai mercati che lavorano in sovraproduzione - aggiunge il direttore commerciale di Ast -. La siderurgia europea è sottoposta a forti pressioni". Da qui il richiamo alla Commissione europea, da noi riportato nei giorni scorsi, per adeguate misure di salvaguardia del mercato dell’acciaio inossidabile.