REDAZIONE UMBRIA

Conclusa l'indagine sulla morte di Davide Piampiano: Piero Fabbri accusato di omicidio colposo

La Procura di Firenze accusa Piero Fabbri di omicidio colposo per la morte di Davide Piampiano nel Parco del Subasio.

Davide Piampiano

Davide Piampiano

Chiuse le indagini sulla morte di Davide Piampiano, a quasi due anni dalla tragica battuta di caccia: Piero Fabbri, dal cui fucile è partito il colpo mortale, è accusato di omicidio colposo, con l’aggravante di aver commesso il fatto nonostante la previsione dell’evento. La Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Firenze ha emesso l’avviso di conclusioni delle indagini preliminari nei confronti di Fabbri, muratore di 58 anni, per una dramma consumatosi l’11 gennaio 2023 quando Davide Piampiano, 24 anni, morì raggiunto da un colpo di fucile all’interno del Parco del Subasio. Inizialmente l’ipotesi fu quella che il giovane si fosse sparato da solo, accidentalmente, come riferito dallo stesso Fabbri, ma la verità venne accertata grazie al video della GoPro che portava con sé, con conseguente arresto di Fabbri, con l’ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale. Poi, il 14 febbraio, la scarcerazione.

Ora la chiusura delle indagini e la contestazione a Fabbri dell’omicidio colposo (che prevede una pena che va da uno a 5 anni al netto di aggravanti e attenuanti) che ha suscitato sconcerto nei familiari della giovane vittima, anche alla luce di alcuni atti come la consulenza balistica richiesta dal pm Lorenzo Boscagli e redatta dal professor Stefano Conti o quella ambientale del dottor Umberto Sergiacomi. Nell’avviso di conclusione indagini il pm fiorentino Lorenzo Boscagli non manca di evidenziare come la morte di Davide per mano di Piero Fabbri sia avvenuta "per colpa, consistita in imprudenza, negligenza, imperizia". Il pm rimarca il fatto che Fabbri, "contravveniva alle basilari misure cautelari prudenziali in ambito venatorio, esplodendo il colpo d’ arma da fuoco ad altezza-uomo, omettendo di preservare l’incolumità di terzi (pur consapevole della presenza di Davide Piampiano nella medesima area boschiva), assicurandosi che il campo di tiro fosse sufficientemente libero e sicuro, date le circostanze di tempo e di luogo (in area boschiva con visuale parzialmente coperta da vegetazione e presenza di luce crepuscolare) nonché omettendo di accertare l’esatta natura del bersaglio e di adottare la cautela di astenersi dall’azione di fuoco a fronte di un bersaglio non determinato". Fino all’aggravante di aver commesso il fatto nonostante la previsione dell’evento.

Maurizio Baglioni