
Cresce il gettito fiscale nel 2022
Perugia, 24 marzo 2020 - L’Anci lo ripete dall’inizio dell’emergenza: non dimenticate i Comuni, perché anche gli enti locali più vicini alla gente rischiano il default nel bel mezzo della crisi dovuta all’emergenza sanitaria. Da un parte infatti ci sono cittadini e imprese che chiedono la sospensione e il rinvio a data da destinarsi delle imposte locali, dall’altro i sindaci che iniziano a temere che il ‘banco’ salti. Già perché le amministrazioni comunali devono far fronte all’emergenza e oltre ad affrontare spese cosiddette di somma urgenza, devono far fronte ai propri impegni finanziari, a cominciare dai costi del personale. Accendendo così i riflettori sul Comune di Perugia (166mila abitanti) e spulciando i dati del bilancio 2019 (gli ultimi disponibili), se il Governo decidesse di sospendere gli incassi, verrebbero subito a mancare decine di milioni nelle casse dell’ente. La prima e la più dibattuta in queste ore è la Tari sui rifiuti che vale oltre 47 milioni di euro da sola: la prima rata scade tra dieci giorni, il 3 aprile. Entro quel giorno Palazzo dei Priori conta di incassare oltre 13 milioni di euro, ma a questo punto la questione è appesa alle decisioni del Consiglio dei Ministri e dell’Anci. Spoleto, Foligno e Gualdo Tadino ad esempio, hanno già rinviato la scadenza. Cosa faranno gli altri, cosa farà Perugia? Analizzando le altre entrate tributarie, si nota come è a forte rischio anche l’incasso dell’Imu, imposta sugli immobili che ricade quasi tutta ormai sulle attività produttive e commerciali e la cui prima rata di acconto è fissata a metà giugno. Anche qui il pressing delle associazioni di categoria è fortissimo perché a Perugia entro giugno devono essere versati 27 milioni. Il capoluogo di certo dovrà fare a meno nell’immediato delle rette degli asili nido, delle mense scolastiche e del trasporto scolastico. Anche qui rischia di saltare la metà degli incassi, visto che è c’è la possibilità che l’anno scolastico salti: il Comune-capoluogo potrebbe dover fare a meno di oltre due milioni di euro. E di sicuro è destinato a saltare l’entrata dell’imposta di soggiorno: gli arrivi sono azzerati e la voce che vale 900mila euro dovrà essere ridotta in maniera consistente. Per non parlare poi della Tosap (tassa di occupazione di suolo pubblico) o della Tassa sulla pubblicità: insieme superano i 5 milioni e anche qui fare previsioni ottimistiche ormai è difficilissimo. E infine c’è anche il capitolo multe: la previsione si aggira come ogni anno sui 6 milioni di euro e per ora le entrate sono arrivate solo da gennaio e febbraio. In questi giorni di stop ovviamente le multe per divieto di sosta sono praticamente annullata, sia perché di cittadini in giro ce ne sono pochi, sia perché la Municipale è impegnata nei controlli. Il rischio che nel bilancio del Comune-capoluogo si apra subito un buco da una quarantina di milioni è tutt’altro che remoto. E il Governo non può non tenerne conto. © RIPRODUZIONE RISERVATA