
Al vaglio degli inquirenti gli elementi acquisiti nella casa dell’indagato (Fotoservizio Stefano Preziotti)
Riservato, discreto ed educato. Così descrivono i commercianti della zona di via Pietro Conti il 33enne ucraino, finito nel registro degli indagati per i reati di omicidio ed occultamento di cadavere in seguito al ritrovamento di alcune parti del corpo di Bala Sagor, il 21enne cuoco del Bangladesh, avvenuto nella notte di lunedì nel quartiere Casette. Il giovane indagato, anche lui aiuto cuoco nella zona, era conosciuto perché frequentava le diverse attività commerciali, dal bar alla pizzeria, ma anche l’ufficio di poste private e servizi che si trova nelle vicinanze del centro commerciale. "lo conosciamo di vista, da noi veniva spesso – afferma il titolare dell’attività multiservizi – si tratta di una persona molto riservata. Faceva spesso solo ricariche per carte di credito da utilizzare presumibilmente per servizi online. Qualche volta diceva di aver dimenticato i soldi a casa, ma alla fine ha sempre saldato i piccoli debiti. Devo dire che la notizia dell’indagine a suo carico mi ha sorpreso". A confermare qualche difficoltà economica da parte del giovane 33enne è anche il datore di lavoro dell’Hotel Clitunno: "Ho dato alcune volte degli acconti sullo stipendio, come è già capitato anche con altre persone. Siamo rimasti allibiti da questa notizia, con noi è stato sempre preciso, ha un contratto fino al 31 dicembre e se mi avesse chiesto il rinnovo gli avrei detto sicuramente si, vista la professionalità e la serietà".
Lo stesso datore di lavoro conferma che giovedì nel giorno della scomparsa di Bala Sagor detto Obi, l’aiuto cuoco ucraino era a lavoro ed è entrato regolarmente alle 16. I due comunque si conoscevano ed erano stati colleghi di lavoro nello stesso ristorante del centro storico. Nessun comportamento sospetto neanche in via Pietro Conti perché il 33enne lunedì, proprio nel giorno del ritrovamento del cadavere, sarebbe passato anche in pizzeria a pochi metri dalla sua abitazione, per comperare la pizza.
A confermarlo è la pizzaiola: "Lo conosciamo, veniva spesso a comperare la pizza, se non sbaglio dovrebbe essere passato anche lunedì pomeriggio. La notizia dell’indagine ci ha sorpresi tutti". Sorpresi e increduli anche al bar Pavone, importante punto di ritrovo a pochi passi dall’abitazione posta sotto sequestro. Anche qui conoscevano il ragazzo finito nel registro degli indagati. A parlare è il titolare: "Da noi è venuto diverse volte, mai alcun problema, una persona silenziosa e riservata".