"I lavori per la realizzazione della pista ciclopedonale lungo il Tevere si stanno svolgendo prevalentemente sul sedime del preesistente sentiero pedonale a margine delle sponde fluviali. In particolare nel tratto in corrispondenza dell’abitato di Pontevalleceppi, dopo più di un anno d’interruzione dei lavori, i lavori interessano la sponda fluviale attraverso il notevole ampliamento della larghezza del sentiero preesistente a scapito della già stretta sponda e ha prodotto un vero scempio ambientale: un canale con cordolo in terra sulla scogliera senza vegetazione con alberi e arbusti abbattuti e vegetazione erbacea estirpata. Per questo i lavori andrebbero sospesi". E’ questo uno dei passaggi della lettera che il comitato di Ponte Valleceppi, I Molini di Fortebraccio, ha scritto al sindaco di Perugia, all’Autorità di bacino del Tevere a Roma oltre che ai Ministeri competenti e alla Regione. "L’ambiente del Tevere nel tratto compreso nel Comune di Perugia è da anni soggetto a interventi sostanzialmente distruttivi del suo ecosistema, delle valenze paesaggistiche e della funzionalità fluviale. Soprattutto da parte delle pubbliche amministrazioni: dalle modalità di manutenzione della vegetazione e del percorso pedonale, alla realizzazione dell’arginatura e oggi dagli interventi per la realizzazione del percorso ciclopedonale" insiste il Comitato, che mette sul tavolo diverse domande. "Perché è stato modificato l’itinerario? – chiede I Molini – E perché non è stato scelto un itinerario interno passante per la strada sterrata panoramica Rivolta-Valvitiano, passando per il centro abitato di Pontevalleceppi e con reimmissione sul sentiero lungo il fiume a sud dell’abitato stesso?" " Le soluzioni idrauliche adottate (percorso in trincea con vasti tagli delle sponde per il deflusso delle acque meteoriche e alluvionali) – chiedono ancora i cittadini – sono state oggetto di valutazione di congruenza con la salute della vegetazione e con la sicurezza idraulica? Quali competenze di ecologia e biologia dell’ambiente fluviale sono state acquisite per il progetto e la sua realizzazione?" "Le ripetute scogliere e la tipologia della pista sono state verificate rispetto al mantenimento delle caratteristiche necessarie per conservare la classificazione di sito comunitario?". E ancora: "Le caratteristiche date alla pista (larghezza 2,50 metri in stabilizzato e lunghi tratti rettilinei) garantiscono la sicurezza dei fruitori in particolare quelli pedonali? Non dovrebbe essere destinata ad un uso (come lo è stato per decenni) di passeggio, di tranquillità, di fruizione paesaggistica e ambientale? Chiediamo risposte – conclude il Comitato – e la sospensione dei lavori".