Cibi 'avariati' nelle mense scolastiche. I genitori si costituiscono parte civile

Tredici persone rischiano di finire sul banco degli imputati. In alcune scuole ai bambini è stato servito pollo con frammenti ossei, pane e yogurt ammuffito e alimenti – prosciutto cotto e frittata – con batteri

Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nas

Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nas

Perugia, 9 marzo 2018 -  Sono  in quattro e rappresentano i genitori che prima dell’esternalizzazione del servizio mense scolastiche, decisa dal Comune di Perugia nel 2015, gestivano l’acquisto delle derrate alimentari per i loro figli. Ieri mattina, in sede di udienza preliminare, hanno chiesto di poter essere ammessi come parte civile contro i titolari delle società che avevano vinto l’appalto, accusati di frode nelle pubbliche forniture e somministrazione di alimenti dannosi per la salute pubblica. Oltre alle quattro associazioni – rappresentate dagli avvocati Alessandra Bircolotti, Chiara Peparello, Beatrice Ronchetti e Fabrizio Schettini – hanno chiesto di potersi costituire anche Cittadinanzattiva e l’unione dei Consumatori dell’Umbria.

Secondo quanto appurarono i carabinieri del Nas, in alcune scuole ai bambini venne servito pollo con frammenti ossei, pesce con le lische, pane e yogurt ammuffito e alimenti – prosciutto cotto e frittata – contaminati con i batteri «Listeria Monocitogenes» e «Staffilococchi coagulasi positivi». In tutto rischiano di finire a processo in tredici, tra cui i manager delle «imprese facenti parte del Raggruppamento temporaneo di impresa All Food Srl, Cir Food, Elior, Consorzio Abn». Inoltre uno degli ad è accusato anche di aver «attestato falsamente – nella domanda per la gara d’appalto del servizio mensa scolastica del comune perugino – di non aver mai commesso alcun errore professionale nel corso della sua attività, mentre «per un grave e accertato errore» la sua ditta era stata dichiarata decaduta dal servizio nei comuni di Ardea e Pomezia. Le associazioni di genitori chiedono di essere parte del processo perché il loro scopo, sia prima che dopo l’appalto per l’esternalizzazione da parte del Comune era «garantire l’alta qualità del cibo servito nelle scuole, nonché il rispetto di tutte le norme igieniche e sanitarie di riferimento, interessi che - si legge nell’atto depositato dell’avvocato Peparello - risultano gravemente lesi dai fatti reato».

Assente il Comune di Perugia che, almeno fino a questo punto dell’udienza preliminare, ha deciso di non costituirsi parte civile contro gli imputati. Ieri mattina le difese hanno chiesto di poter esaminare le richieste di costituzione e il gip Frabotta ha rinviato al 31 maggio prossimo.

Fra. Mar.