
La città ha vissuto ed offerto ieri una straordinaria Festa dei Ceri Piccoli. Ancora una volta conclusione unitaria, con il “portone” del chiostro lasciato spalancato dopo l’arrivo del Cero di Sant’Ubaldo, come avvenuto nelle ultime edizioni. Ascesa al Monte in circa dodici minuti, percorso cittadino emozionante con i giovanissimi ceraioli offrire una dimostrazione della loro abilità durante calate, birate, salite, buchetti, stradoni superando le inevitabili “incertezze” con rapide ripartenze. Fino alla conclusione dinanzi all’urna del Patrono rinnovando un secolare atto di amore e devozione.
Con la Festa dei Ceri Piccoli, dedicata ai ceraioli di domani, la città ha vissuto ed offerto ancora una volta le emozioni, il fascino, le suggestioni, i valori che i Ceri esprimono, a prescindere dalle loro dimensioni. La manifestazione è cominciata presto, come al solito, sviluppandosi poi con riti consolidati che hanno esaltato, ai limiti della commozione e della simpatia, l’innata abilità dei "personaggi" e dei ceraioli, espressione di un dna che ciascuno si porta dietro dalla nascita. La "sveglia" dei tamburini, la visita al cimitero, la messa nella chiesa dei Muratori, la consegna del "Mazzolino dei fiori", le sfilate, precedute dalla banda cittadina, dal Primo e Secondo Capitano Alessandro Allegrucci e Giuseppe Cecchetti, dall’alfiere Aurora Barbacci e dal trombettiere Alessandro Ercoli i cui squilli hanno preannunciato e sottolineato le fasi salienti. Quindi la spettacolare "alzata" in Piazza Grande, gremita e policroma, coordinata da Emanuele Coldagelli, Mattia Pascolini e Lorenzo Fiorini, capodieci rispettivamente dei Ceri di S.Ubaldo, San Giorgio e S.Antonio. La "mostra" per le vie della città, l’attesa in Via Savelli della Porta, la benedizione del Cappellano Don Mirko Orsini dinanzi alla chiesa dei Neri, la travolgente corsa finale con l’ascesa fino alla basilica, l’omaggio al Patrono, l’orgoglio e la soddisfazione del dovere compiuto e … l’attesa che ricomincia.