
Al via i lavori di realizzazione dei mini-appartamenti di edilizia popolare nell’ex Convento di San Pietro, struttura medievale sopravvissuta ai bombardamenti della seconda guerra mondiale ma non alla politica nostrana. Inutili mediazioni, petizioni, appelli. E’ il consigliere comunale Michele Rossi di Terni Civica, in prima linea a difesa dell’antico Convento, ad annunciare che "la battaglia è persa". "Rimane in me la consapevolezza di aver combattuto, fatto di tutto per promuovere il tema attraverso atti di indirizzo, interrogazioni, petizioni e decisi confronti con assessori e colleghi che con mia meraviglia sostengono l’intervento – commenta amaramente Rossi –.Tanta l’ indignazione tra i cittadini.
Su questo tema troppo spesso mi sono sentito politicamente solo ed incompreso nel Palazzo. E’ un vero e proprio sfregio verso l’unica struttura monastica di origini medievali sopravvissuta alla furia dei bombardamenti del centro cittadino.
E’ il fallimento della politica". In altre parole per la struttura in molti si aspettavano una diversa destinazione. "Il sindaco Ciaurro ne voleva fare il Museo Archeologico della città – aggiunge Rossi – , progetto che non prevedeva particolari stravolgimenti e che soprattutto valorizzava il bellissimo chiostro finalmente fruibile al pubblico. E invece assisteremo ad una ‘violenza culturale’, un intervento che stravolgera’ l’identità del luogo, che trasformerà un Convento del 1600 in un condominio di mini-appartamenti di edilizia popolare con affaccio su un chiostro medievale. A livello di proprietà, al Comune rimane il piano terra che presto verrà ceduto, mettendo la pietra tombale su un intervento che doveva essere evitato". Breve (e triste) storia dell’intervento. La precedente Giunta comunale, di centrosinistra, cedette la struttura all’Ater per circa 800mila euro, così da tamponare i bilanci. L’Ater nel frattempo ha avviato un finanziamento.
L’attuale amministrazione comunale, di centrodestra, ha affrontato timidamente la questione, tanto che nonostante le proteste che ci sono state il cantiere è ormai avviato. Si parla sostanzialmente di una quindicina di mini-appartamenti di edilizia popolare, peraltro con stringenti misure di vincolo imposte dalla Soprintendenza e quindi anche economicamente ‘pesanti’ da sostenere.
Stefano Cinaglia