Can Yaman al Serafico. Visita e doni per l’istituto

Assisi, l’attore e i responsabili della sua associazione benefica hanno incontrato i ragazzi e regalato apparecchiature. "Essere qui per me è un’immensa gioia".

Can Yaman al Serafico. Visita e doni per l’istituto

Can Yaman al Serafico. Visita e doni per l’istituto

L’attore Can Yaman ha visitato il Serafico di Assisi dove, accompagnato da Francesca Di Maolo, presidente dell’istituto, ha incontrato i giovani ospiti e ha donato alcune apparecchiature medico - sanitarie. "Essere qui è per me un’immensa gioia ma anche un piacevole spunto di riflessione – ha detto Can Yaman –: qui impariamo a rispettare il valore del singolo individuo. In un’epoca in cui tanto si parla di inclusività e dell’importanza della ‘diversità’ come qualcosa che ci caratterizza e ci rende unici, è bene sottolineare questo concetto per rafforzarlo, soprattutto laddove si tenda a far assumere a parole così importanti connotazioni insensatamente negative". L’attore, insieme ai responsabili della sua associazione benefica “Can Yaman for Children“ (Cyfc) che sostiene bambini e adolescenti in difficoltà, ha conosciuto i ragazzi del laboratorio teatrale e ha poi visitato il reparto riabilitativo e il poliambulatorio ed è proprio agli innovativi ambulatori dell’Istituto Serafico che la Cyfc ha donato i dispositivi medico-sanitari: un pulsiossimetro per misurare frequenza cardiaca e saturazione del sangue in chi soffre di apnee notturne; una bilancia con il misuratore dell’altezza, per l’ambulatorio di neurologia pediatrica; un aspiratore per pazienti disfagici, che può salvare la vita a chi ha problemi durante la deglutizione del cibo.

"Ci teniamo a ringraziare Can Yaman e la Cyfc – ha detto Di Maolo – per l’attenzione al nostro Centro e ai nostri ragazzi. Le persone con gravi disabilità non hanno bisogno solo di assistenza, ma anche di ricerca, tecnologia, innovazione e di professionisti scientificamente preparati. Su questa strada abbiamo bisogno di alleanze per veicolare un messaggio di speranza: la disabilità non consegna mai un destino immodificabile".