REDAZIONE UMBRIA

L’ex sindaco scrive: "Tutta colpa di Boccali", libro-analisi di una sconfitta

L’autore: "Miopìe politiche e legnate tra ’amici’ che la dicono lunga sulla crisi della Sinistra autoreferenziale..."

«Spero di aprire un dibattito» dice Wladimiro Boccali spiegando la scelta di pubblicare un libro sulla sua vicenda

di DONATELLA MILIANI

Perugia, 6 novembre 2016- “Tutta colpa di Boccali“ è un libro ma anche molto di più. Scritto a quattro mani con Daniele Bovi dall’ex sindaco di Perugia, il volume, il cui titolo evoca il blog in gran voga nella parte finale del mandato governativo di Boccali, è l’analisi, personale e di partito, di una crisi che ha portato a una clamorosa sconfitta. «So già che mi diranno Lo potevi fare prima, sei rancoroso, che ti serve, ma parli tu? – autoironizza Boccali –. Ne sentirò, ancora una volta, di tutti i colori».

Perchè questo libro allora?

«Seguo quello che un giorno, all’inizio del mio impegno istituzionale, mi disse Claudio Carnieri: “Ogni tanto scrivi”... Ho riflettuto parecchio prima di dare corso alla proposta di Bovi di fare questo libro insieme sulla mia esperienza politica. E ho ascoltato i consigli di alcuni amici, persone che stimo. Una più di altre mi ha colpito: Con il racconto della tua esperienza – mi ha detto –, che è quella di un periodo particolarmente intenso di cambiamenti politici-istituzionali, sociali ed economici, rischi di apparire rancoroso e crearti inimicizie. Magari prima o poi hai bisogno di qualcuno/qualcosa... Bene. Non ho paura di esprimere le mie opinioni, non ho bisogno di amicizia “finta” e corro il rischio di essere considerato rancoroso. Soprattutto non ho chiesto nulla per me quando potevo, non ho intenzione di farlo ora».

E allora cominciamo a parlare della sconfitta al ballottaggio.

«Volevo vincere, ovviamente, per me e per chi correva con me. Credo sia naturale la delusione per la sconfitta. Ma credo anche al fallimento come esperienza».

Più d’uno, l’ha tradita...

«In passato sono stati commessi errori di analisi, di prospettiva, di progetto politico. Ci si è chiusi in una astronave che piano piano si è distanziata dalla realtà, dai suoi bisogni. Prigionieri di una autoreferenzialitá della classe dirigente, più attenta alla “ditta individuale” che all’intellettuale collettivo».

Più ’colpa’ sua o loro?

«Il libro è in primis una critica a me... Che il ciclo si fosse esaurito era evidente, solo che invece di serrare le fila e stringerci a coorte abbiamo continuato, come si sta facendo tuttora, a darci delle legnate tra noi. La storia non si fa con i se, ma questa è un’intervista e se tutti avessimo avuto il coraggio, a partire dal sottoscritto, di trovare un altro candidato-sindaco, saremmo stati più credibili. Avremmo avuto più chance».

Si sente un capro espiatorio?

«Io mi assumo tutte le responsabilità. Ma non si devono mitizzare le cose. Dobbiamo evitare di pensare che tutto sia accaduto solo a Perugia. La crisi della Sinistra, ma più in generale della politica, è sotto gli occhi di tutti. Negli anni ’70 in Emilia Romagna votava l’80% della popolazione, nelle ultime elezioni in quella regione non si è superato il 38%. E molti sindaci, di destra o di sinistra e in futuro secondo me toccherà anche a quelli dei 5Stelle, avranno enormi difficoltà a farsi rieleggere al secondo mandato. Torino ma anche altre città sono esempi lampanti».

Cosa è cambiato?

«Non esiste più quella connessione sentimentale, come la chiamo io, di tipo poltico-ideale. L’abbiamo persa perchè appiattita sul buon governo. Non c’è più la politica né la capacità di spesa pubblica, resta solo il cambiamento».

Insomma il rapporto tra elettore e politico è ‘andato’...

«Beh, un conto è una classe dirigente con una forte capacità di spesa pubblica che, ad esempio, apre ospedali e assume infermieri, medici e paramedici, un altro è quella, della quale sono stato parte anch’io, che gli ospedali per contenere la spesa pubblica invece deve chiuderli. Perdere l’empatia e il consenso degli elettori è quasi automatico».

Però Romizi gode della simpatia della gente.

«Io non credo di essermi allontanato dal popolo. Quella è una scusa. La verità è un’altra e questo libro vuole essere motivo di riflessione proprio su questi temi. Gli apporti, di Goffredo Bettini, Marco Damilano e Claudio Martini mi aiutano, ci aiutano proprio a fare questo. La sinistra deve ripartire dalla gente, non in senso populistico però. Partire dai bisogni del popolo per poi passare al governo. Sono troppo legato ai valori della sinistra per non avere l’ambizione di portare un contributo orientato a farle riprendere la via. Mi sono ritirato dalla ribalta da tempo ma l’avversario politico per me era e resta la destra e il populismo. L’impegno rimane per la democrazia e il contrasto alle disuguaglianze. Non so se il libro può contribuire in piccola parte, ma questa è la mia volontà. Romizi? C’era una voglia di cambiamento che la Sinistra, io in primis – dice – non abbiamo saputo interpretare. E il centrodestra, per sbaglio, ha scelto il candidato giusto. Pensare che un mese prima avevano pensato ad altri. Poi le cose non sono andate e hanno ragionato su quale fosse la persona più spendibile. Andrea è una persona perbene, educata, dovrebbe essere normale in politica ma oggi non sempre è così, e ha consentito di raggiungere un risultato insperato. Perché il progetto politico di città e di governo del Centrodestra non esiste, nessuno lo ha costruito. La destra ha vinto le elezioni con la percentuale più bassa di tutti i decenni. Di fatto però porta avanti tutto quello che avevamo impostato noi. I grandi assi progettuali sono rimasti quelli: il Mercato coperto, il Turreno, Sant’Andrea delle Fratte. Insomma, Romizi non interviene mai in alcuna questione scottante. Non si intesta mai una battaglia. Però è ovunque con la gente. Interpreta bene

il suo ruolo di sindaco di centrodestra in una città che resta di centrosinistra. A oggi funziona. Ma qual è l’idea di città, di regione, di sviluppo, di sanità che ha?».

«Tutta colpa di Boccali» verrà presentato sabato 12 al complesso monumentale di San Pietro per UmbriaLibri (ore 17.30). Interverranno gli autori Wladimiro Boccali e Daniele Bovi e l’editore Fabio Versiglioni.