Blitz antidroga, gli agenti nascosti nei boschi

I retroscena dell’operazione della Mobile che ha sgominato la “gang“ dello spaccio. Se mancava lo stupefacente, si rischiava un orecchio

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Seguirli nelle campagne di Spoleto, aspettare che tornassero dal bosco e poi ripartissero. Quindi, seguire le tracce lasciate nella vegetazione per individuare dove avevano appena scavato per nascondere la droga. Sequestrare la cocaina e rimettere tutto a posto come se non fosse successo niente. L’operazione della squadra mobile di Perugia, diretta da Gianluca Boiano, ha portato a individuare 15 componenti, prevalentemente albanesi, di un presunto sodalizio che era in grado di immettere sul mercato 20 chili di cocaina al mese, 150 quelli che, secondo le indagini, il sodalizio avrebbe trattato in 8 mesi.

Undici abbondanti, 9 di coca e 2 di eroina, sequestrati durante l’attività con auto e cellulari, 21, parte della dotazione che i vertici avrebbero affidato ai diversi sodali per la gestione degli affari. Mezzi e utenze che, dietro pagamento, sarebbero state intestate a complici. Non senza complicazioni perché, intercetta la squadra mobile, a forza di intestarsi cose, uno di loro teme di perdere il reddito di cittadinanza. Un’organizzazione strutturata in modo verticistico, sempre secondo le indagini, con gerarchie e ruoli ben precisi, dall’approvvigionamento della droga attraverso canali internazionali alla vendita al dettaglio nelle piazze di spaccio controllate: Foligno e Spoleto, poi Terni e Perugia, Cattolica, Rieti, Macerata. Ai “cavallini“, hanno accertato gli investigatori, la droga sarebbe arrivata già in dosi, in buste chiuse con il numero degli involucri contenuti. Una contabilità ferrea di cui gli inquirenti ipotizzano di trovare riscontro negli appunti sequestrati.

Un’attività che ha portato a definire il rilievo della presunta organizzazione, capace di generare un giro di affari da milioni di euro, ma attenta a ogni dettaglio, a ogni perdita, messa in conto, ma maldigerita: "Guadagna milioni, eppure…". Eppure, per un “pane“ smarrito, il responsabile rischiava che gli tagliassero un orecchio.

Luca Fiorucci