"Sta meglio, è uscito dalla terapia intensiva". Corrado Malaspina, medico radiologo in pensione, non nasconde il sollievo. Da poco è arrivato un messaggio del figlio Roberto, ferito giovedì sera a New York dallo stesso aggressore che ha ucciso Davide Giri, dottorando di Alba. Il ventisettenne perugino sarà trasferito in un reparto di degenza ordinaria del policlinico Mount Sinai Hospital, le sue condizioni migliorano. I genitori non sanno ancora se partiranno per gli Stati Uniti ma non vedono l’ora di riabbracciarlo: "Vedremo cosa vorrà fare per la convalescenza, se vorrà tornare in Italia e rimettersi qui o preferirà rimanere a New York", dice ancora il padre. "Il Console, che già lo è andato a trovare, ci ha assicurato il suo interessamento per il viaggio – continua –, se Roberto vorrà rientrare. Dal Consolato ci sono molto vicini".
Roberto Malaspina era alla Columbia University per un dottorato di ricerca di sei mesi con il team del professor Andrea Pinotti. E la sera dell’aggressione, era stato a cena proprio con lui, si erano salutati da poco quando è successo tutto. Era arrivato nella “grande mela“ da poco più di ventiquattro ore. "Domani (oggi, ndr) avrebbe dovuto tenere una conferenza – continua papà Corrado –. Aveva ottenuto un dottorato di ricerca di sei mesi con l’Università Statale di Milano in uno degli atenei più prestigiosi del mondo: era molto fiero". Roberto adesso vedrà cosa fare. Lui è abituato a viaggiare: ha lasciato Perugia e l’Umbria da ragazzo, appena dopo aver concluso con successo il Liceo classico “Mariotti“. Prima la triennale all’Università di Firenze, poi la magistrale a Bologna. Ora l’incarico all’Università di Milano e decine di interessi diversi, tutti connessi con l’arte, la filosofia, le materie umanistiche. A partire Narkissos Contemporary Art Gallery che ha aperto a Bologna. "Uno studente brillante e dall’intelligenza superiore alla media. Un piacere lavorare con lui", ricorda Anna Rosellini, professoressa associata dell’Università di Bologna che ha seguito Roberto nella sua tesi di laurea.
La drammatica aggressione di giovedì sera ha scosso il ricercatore perugino: "Non ha voluto raccontarci i dettagli, ha detto che per ora non se la sentiva di rivivere quei momenti. Ma ha avuto il sangue freddo, appena successo, di chiamarci, non allarmandoci e minimizzando l’accaduto, perché non dovessimo saperlo dai telegiornali", dice ancora papà Corrado. E adesso gli amici lo aspettano, in tutta Italia. Quelli d’infanzia a Perugia e i colleghi d’università tra Firenze, Bologna e Milano.
Annalisa Angelici