Arrestato Pecorelli: rischia 8 anni di carcere

L’ex arbitro di Arezzo e imprenditore con negozi a Sansepolcro in carcere per un mandato di cattura internazionale arrivato dall’Albania

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Davide Pecorelli è stato arrestato. La squadra mobile di Perugia, su impulso del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia, gli ha notificato ieri pomeriggio il mandato di cattura internazionale emesso dalla Procura di Puka, che a metà ottobre scorso aveva chiuso le indagini su di lui. Ora l’imprenditore con negozi a Sansepolcro ed ex arbitro di serie C per la sezione di Arezzo che aveva fatto perdere le tracce di sé proprio in Albania nel gennaio 2021, rischia otto anni di carcere. Pecorelli, infatti, è accusato dagli investigatori albanesi di frode, profanazione di tombe, di aver intralciato le indagini e di aver distrutto beni mediante incendio. Dell’arresto, provvisorio ai fini dell’estradizione, si occuperà domani mattina la Corte d’Appello di Perugia, che dovrà deciderne la convalida: gli atti, infatti, sono stati inviati al procuratore generale Sergio, Sottani. Pecorelli è stato condotto nel carcere di Capanne. Seppure il quadro accusatorio nei confronti dell’imprenditore, secondo gli investigatori albanesi, appaia definito, la Procura di Puka prosegue le indagini per individuare possibili complici che potrebbro aver aiutato Pecorelli a inscenare la sua scomparsa.

L’imprenditore, titolare di alcuni saloni di bellezza in Altotevere, era andato in Albania per un viaggio di lavoro, secondo la Questura di Perugia per "sottrarsi ai debiti finanziari contratti in Italia". Era scomparso nel nulla nel gennaio del 2021, a Puka, dove venne ritrovata bruciata l’auto che aveva noleggiato. In quella macchina erano stati ritrovati resti di ossa umane: si pensò che appartenessero allo stesso Pecorelli. L’indagine, condotta dalla Procura albanese, mise in evidenza incongruenze e dubbi: le ossa, ad esempio, all’esame del Dna risultarono non risultarono dell’imprenditore; si scoprì che erano state prelevate da una tomba profanata nel cimitero di Puka. Il colpo di scena il 17 settembre del 2021: Pecorelli venne ritrovato al largo dell’isola di Montecristo a bordo di un gommone in avaria. Ai carabinieri disse che stava cercando un tesoro.

A carico dell’imprenditore, però, non ci sono solo le accuse mosse dall’Albania: nel luglio scorso, infatti, a Pecorelli era stato notificato l’avviso di conclusione del filone di indagini avviato in Italia – a firma del pm di Grosseto Anna Pensabene – per i reati di autocalunnia, sostituzione di persona e presentazione di documenti falsi: la vicenda era quella legata al presunto ritrovamento delle monete d’oro, rubate due anni fa a Sovana, appartenenti al tesoro di San Mamiliano. L’imprenditore aveva raccontato ai carabinieri di Grosseto che voleva andare a recuperarle all’Isola di Montecristo, seguendo una mappa poi sequestrata.