Antico Chiostro di San Domenico. Lavori per due milioni e mezzo

La prossima settimana saranno aperte le buste con le offerte economiche della gara d’appalto

Antico Chiostro di San Domenico. Lavori per due milioni e mezzo

Antico Chiostro di San Domenico. Lavori per due milioni e mezzo

Il 16 febbraio nella residenza municipale verranno aperte le buste con le offerte economiche della gara d’appalto per i lavori da 2 milioni 520mila euro per la ristrutturazione e la riqualificazione dell’antico Chiostro di San Domenico, un gioiello nel cuore della città. I lavori sono finanziati dal Pnrr con 2 milioni 350mila euro e dal Comune con altri 170mila euro. L’obiettivo è quello di rendere di nuovo fruibile al pubblico l’intero complesso architettonico, con l’idea di farne un punto di riferimento per eventi culturali, come mostre e conferenze, ma anche un laboratorio per il talento dei giovani delle scuole e la creatività del tessuto culturale della città, che negli spazi dell’immobile potranno coltivare teatro, danza, arti in genere e progetti didattici.

Senza snaturare la conformazione architettonica del chiostro di San Domenico e dell’ex Chiesa della Carità, gli ambienti interni saranno adeguati alla normativa impiantistica, museale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche, in un quadrante urbano strategico che racchiude la Pinacoteca comunale, piazza delle Tabacchine e la chiesa di San Domenico, oltre all’ex ospedale che resta un vulnus ancora tristemente aperto nella zona. Il progetto del Comune è realizzato dal raggruppamento temporaneo composto dallo Studio Professionale Associato Progest, dall’architetto Valerio Borzacchini, dall’ingegner Valeria Martucci, dall’archeologo Maria Di Iorio e dallo Studio Tecnico Associato Geores. Gli elementi di pregio sono legati alla presenza delle 32 lunette affrescate dedicate alla Beata Margherita della Metola e alle meraviglie architettoniche cornici, pitture. Inoltre tra le testimonianze storiche e artistiche di maggior pregio che saranno valorizzate dall’intervento, spiccano quelle legate alla presenza dell’Ordine dei Cavalieri Templari a Città di Castello - prima dell’avvento dei Domenicani- che nel XIV secolo trasformarono la Chiesa della Carità in refettorio del convento.

L’annuncio dei lavori è stato dato ieri dal sindaco Luca Secondi e dall’assessore Riccardo Carletti che parlano del "primo passo concreto per riaprire le porte dello scrigno che custodisce le tracce un’epoca medievale ricca e controversa, affascinante e anche misteriosa se pensiamo ai ritrovamenti riconducibili ai Templari, dove tornerà a pulsare la vita culturale e artistica della città".