PAOLO IPPOLITI
Cronaca

Ammazzato di botte in Colombia: mistero sul movente dell’omicidio Alexandre Mennesson

Indagini internazionali sul pestaggio mortale a Medellin del 33enne di Nizza residente in Altotevere Lavorava come autista in un’azienda di ambulanze private. Colleghi e amici: "Era un ragazzo generoso"

Alexandre Mennesson, originario di Nizza, era residente a Umbertide

Umbertide, 28 luglio 2023 – Ammazzato di botte a Medellin, in Colombia. Questa la sorte di Alexandre Mennesson, giovane nizzardo di 33 anni, residente ad Umbertide e partito alla volta del paese latino americano pare alla ricerca di un nuovo lavoro.

La notizia, trapelata in sordina mercoledì rimbalzando sui social e nei telefoni degli amici, ieri ha trovato ulteriori conferme, anche se ancora non c’è il crisma della pubblica ufficialità da parte delle autorità francesi ed italiane.

Mancano però la dinamica del pestaggio e soprattutto il perché: è stata una rissa, magari scoppiata per futili motivi? Un agguato? Una rapina finita male? Un incontro sbagliato? Su questo indagano la polizia colombiana e quella d’oltralpe, mentre l’ambasciata francese si è mossa già dall’altroieri ieri chiedendo informazioni alle Forze dell’ordine italiane circa la residenza e le impronte digitali necessarie agli inquirenti colombiani per avere certezze sulla identità del giovane ed autorizzarne l’espatrio della salma.

Madre umbertidese e padre francese, Alexandre Mennesson si era trasferito in Altotevere da tre anni; fino al giugno scorso indossava la divisa rossa e nera della ’First Aid One’, servizio di ambulanza privata dove lavorava, continuando così la professione esercitata già nel suo Paese.

Fu, ad esempio, uno dei soccorritori delle vittime della strage di Nizza del 2016, quando un terrorista islamico a bordo di un camion investì centinaia di persone sulla Promenade del Anglais.

Residente inizialmente nel centro storico si era poi trasferito nell’abitazione di una congiunta in via di Vittorio e qui, a testimonianza di quanti lo ricordano come un ragazzo generoso, aveva ospitato una famiglia di sfollati del sisma del marzo scorso.

Ricorda infatti Lucia Cautiero, una delle prime a dare la notizia della sua scomparsa su Fb: "Era uno dei più cari amici di mio figlio Raffaele, un ragazzo buono e gentile, puro. Quando a marzo abbiamo perso la casa per il terremoto ci ha ospitati nell’appartamento in via Di Vittorio appartenuto a sua nonna. Siamo stati in casa sua per circa un mese, gratis. E’ davvero un grande dolore".

Un collega dell’ospedale lo ricorda così: "Un ragazzo misurato e riservato, corretto, gentile, sempre disponibile al lavoro e anche fuori di esso".

Alexander Mannesson era conosciuto soprattutto nel centro storico, avendo abitato in via Cibo. Così racconta Diego, titolare del Bar Centrale: "Veniva spesso qui. Era piacevole parlare con lui, era alla mano e sempre cordiale con tutti. Mi dispiace molto perché era veramente un ragazzo buono".

Il giovane sarà seppellito, una volta espletate tutte le pratiche di legge, nel cimitero di Umbertide: alcuni amici di famiglia hanno già avviato le pratiche per il rientro della salma in Italia.

Pa.Ip.