Ago nei bronchi, si attendono i risultati degli esami tossicologici disposti a fine luglio

Vincenzo Bosco, 40 anni, doveva essere sottoposto a un intervento al naso

Vincenzo Bosco, morto a 40 anni all'ospedale di Perugia

Vincenzo Bosco, morto a 40 anni all'ospedale di Perugia

Vincenzo Bosco, per tutti “Bonzetto“, lo scorso 26 aprile era morto nel reparto di terapia intensiva del “Santa Maria della Misericordia“, dove era stato portato quattro giorni prima. Doveva essere sottoposto a un intervento al naso, un intervento di routine. Non appena era stato sottoposto ad anestesia, Vincenzo aveva iniziato a respirare male. Tanto che l’operazione era stata sospesa ancora prima di iniziare.

Il quarantenne era stato sottoposto a tac ed rx. Accertamenti che avevano permesso di evidenziare nei bronchi la presenza dell’ago di una siringa. Un ritrovamento inaspettato e per certi versi misteriosi, visto che, una volta rimosso, l’ago stesso è risultato essere in quella posizione da tempo, in particolare per la conformazione fibrosa che lo aveva ricoperto. Una volta eliminato, la situazione sembrava essere stata superata. Poi l’inesorabile peggioramento che, in quattro giorni lo aveva portato alla morte. Per la quale, la Procura della Repubblica aveva indagato due anestesisti, due rianimatori e due infermieri.

Alla fine di luglio, la pubblica accusa aveva disposto ulteriori accertamenti medico legali. In questo caso, degli esami tossicologici di cui si attendono i risultati. Come e quando l’ago sia finito nei bronchi del 40enne e se questo possa essere stato la causa del decesso sono il nodo da sciogliere. I familiari attendono che sulla morte del giovane, romano residente da tempo a Nocera Umbra, sia fatta piena chiarezza e accertate le eventuali responsabilità.