CITTA’ DI CASTELLO
Nel periodo della pandemia quando tutto era fermo e tante persone - molte delle quali anziane - erano in condizioni critiche nelle loro abitazioni, il dottor Paolo Biagini, medico dell’ospedale di Città di Castello, era uno dei pochi che svolgeva visite e assistenza a domicilio, furi orario, a chiamata, con quell’umanità e senso della cura più uniche che rare. Per questo la sua morte, avvenuta domenica a seguito di una terribile malattia, ha destato molto cordoglio in città. Paolo, appassionato sportivo, medico di lungo corso, affettuoso padre di famiglia, resterà nei cuori di tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerlo per le sue qualità unite a un carattere tranquillo e mite. Ieri nella chiesa di La Tina si sono svolti i funerali con tantissime persone che si sono unite in un forte abbraccio attorno alla moglie Valentina e ai figli Francesco e Sara.
Cordoglio anche da parte del sindaco Luca Secondi a nome della giunta che, interpretando il sentore della comunità, ricorda in un breve messaggio questo stimato professionista, "fra i punti di riferimento dell’ospedale di Città di Castello, attivo nel mondo del volontariato e nella comunità tifernate". Nell’esprimere le condoglianze e la più sentita vicinanza alla famiglia il sindaco ricorda "la generosità e l’altruismo del dottor Biagini nel portare avanti l’importante ruolo sanitario sempre disponibile con tutti, con il sorriso e i modi garbati. Nel drammatico periodo della pandemia che abbiamo attraversato – prosegue il sindaco Luca Secondi – era in prima linea come altri suoi colleghi della sanità nell’adoperarsi con tutti coloro che avevano bisogno di cure e interventi. Davvero una persona straordinaria dal cuore grande e grande professionalità. Così lo ricorderemo". E così lo ricordano in queste ore i suoi pazienti in un collettivo tributo a chi aveva fatto della professione medica una missione, al di là degli orari di lavoro, sempre pronto a rispondere a chi aveva bisogno di un consiglio, di una visita portando con sé, oltre alle conoscenze e agli strumenti medici, anche un bagaglio di umanità e quel sorriso così confortante quanto indimenticabile.