
Una sciarpata dei tifosi nerazzurri all’Arena (foto Masotti per Valtriani). Sotto la coreografia a Reggio Emilia con il Sassuolo
"Al momento della presentazione dissi che il mio sogno era fare nuovamente appassionare il pubblico alla squadra" dichiarò Inzaghi. E con il sennò di poi, possiamo asserire che ci è riuscito. Quando il Pisa si è spostato lungo l’Italia, è stato seguito da un popolo. Fotografia di una passione, i settemila che hanno riempito il Mapei Stadium il 1 marzo per la sfida contro il Sassuolo. Per dare una dimensione: all’andata, giocata in un’Arena tutta esaurita nei settori nerazzurri (considerando la capienza di allora), erano 9300 i presenti. Poco il delta tra le due quantità. "Il nerazzurro della mia sciarpa ovunque porterò". Questa la scritta che campeggiava sotto la "cascata", appunto nera e azzurra, che ha riempito il settore ospiti. Lo stesso settore che, quarantadue giorni dopo, è stato nuovamente invaso dai pisani, questa volta in 3364. "Da 116 anni sempre insieme a te" recita questa volta lo striscione, in un turbinio di bandierine sventolanti, a costruire un colpo d’occhio mozzafiato. Roba da Serie A, ma anche lì, nelle trasferte è raro vedere coreografie del genere. Torniamo indietro, fino a novembre, per la terza trasferta "per numero" della stagione. Contro la Cremonese. Un viaggio, fino allo "Zini", da sempre caro al popolo nerazzurro, con ricordi che risalgono al 1987. Questa volta, sono stati 1780. Fino alla fine, fino ai 1290 del San Nicola di Bari, testimoni della storia: "Per Pisa e per il Pisa". Ma in lungo e largo il popolo nerazzurro, che si espande anche oltre i confini della provincia, hanno seguito gli uomini di Inzaghi. 588 i presenti all’"Arechi" di Salerno, 584 al "Druso" di Bolzano, 524 a Frosinone, 477 a Palermo, 492 a Cosenza, 429 a Spezia, in una gara che ha visto le vendite limitate ai possessori della tessera di fidelizzazione. Sono state tante le trasferte per le quali le restrizioni hanno limitato la presenza del pubblico, ma che ha trovato modi alternativi per farsi sentire, come il corteo con tanto di striscioni, bandiere e cori allo stadio prima della partenza del "Picco", o l’affollamento all’aeroporto per accogliere i giocatori al rientro dalla Calabria. A dimostrazione che sì, Pippo, altro che far appassionare nuovamente, hai rianimato una passione travolgente.
Lorenzo Vero