
Fittipaldi è stato campione del Mondo di Formula 1 nel 1972 e 1974
Venerdì 10 maggio la città di Pistoia è stata il palcoscenico di un evento dedicato a Emerson Fittipaldi, campione dell’automobilismo mondiale. L’ex pilota è tornato nella città toscana cinque anni dopo la sua ultima visita: il tutto si è svolto presso la Chiesa Presbiteriana di via Traversa della Vergine, dove ha condiviso con il pubblico il filo che unisce la sua storia sportiva alla fede cristiana, un aspetto molto importante della sua carriera, ma in generale anche della sua vita. Durante l’incontro, Fittipaldi ha ripercorso tanti ricordi, partendo dagli esordi sui kart in Brasile, passando per i trionfi con Lotus e McLaren, fino all'incidente del 1996 nella Formula Cart che lo ha costretto al ritiro dalle competizioni su monoposto. Ed è proprio in quel momento difficile, come ha raccontato, che la fede si è rivelata una guida fondamentale per affrontare quello che ha dovuto attraversare. Un occhio al passato, ma anche al presente della Formula 1. Fittipaldi ha elogiato il talento di Max Verstappen, definendolo un pilota “velocissimo” che avrebbe brillato anche nella sua epoca. L’italo-brasiliano ha parlato anche dell’arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari: «Le difficoltà iniziali sono normali, ma sono certo che saprà tornare presto ai massimi livelli». Poi, alla domanda su chi sia stato il più grande pilota della storia, ha risposto con sicurezza: «Ayrton Senna resterà per sempre su un altro piano. Non lo dico solo da connazionale. Io e Nelson Piquet abbiamo fatto la nostra parte, ma Ayrton ha toccato il cuore di milioni di persone. Ricordo ancora con grande emozione il giorno del suo funerale: un evento che nessun altro pilota ha mai saputo eguagliare». Alla fine dell’incontro, Antonio Breschi, presidente dell’ACI Pistoia, ha consegnato a Fittipaldi una targa e la tessera onoraria del club, condividendo anche un momento personale: «Il mio primo giorno al Mugello da direttore del circuito c’era lui in pista. Emozionante rivederlo dopo tanti anni». Nato a San Paolo del Brasile il 12 dicembre 1946, Fittipaldi ha origini italiane e fin da giovanissimo è cresciuto con la passione per i motori e per la velocità. Figlio di Wilson, giornalista e appassionato di corse, Emerson ha iniziato con il motociclismo, per poi passare ai kart con il fratello maggiore. Senza sostegno economico familiare, i due fratelli si rimboccano le maniche e fondano una piccola officina. I primi successi arrivano nel 1967, con il titolo in Formula Vee. Da lì la decisione che gli cambia la vita: volare in Inghilterra e inseguire il sogno della Formula 1. In pochi anni Emerson scala tutte le categorie, fino al debutto con la Lotus in Formula 1 nel 1970. Conquista subito la fiducia di Colin Chapman e dopo la tragica morte di Jochen Rindt, diventa pilota di punta del team. A soli 26 anni, nel 1972, diventa il più giovane campione del mondo della storia (record battuto solo da Fernando Alonso nel 2005). Il Brasile si scopre innamorato della Formula 1 e di “O Fabuloso Fittipaldi”, a cui viene anche dedicato un film. Nel 1974 passa alla McLaren e vince il secondo titolo mondiale. Inaspettatamente decide di lanciarsi in un’avventura con la scuderia Copersucar, fondata col fratello Wilson. Nonostante l’impegno, la squadra non ottiene i risultati sperati e nel 1980 Emerson lascia definitivamente la Formula 1. Dal 1984 corre nel campionato americano CART, dove ritrova il successo: vince la 500 Miglia di Indianapolis nel 1989 e nel 1993 e conquista il titolo della serie. La sua corsa si ferma solo nel 1996, quando un brutto incidente lo costringe a dire addio alle competizioni.