Sardelli, l’autoritratto vola agli Uffizi: "E’ così che ho fermato il tempo"

Il quadro del Maestro livornese esposto nella prestigiosa galleria tra opere realizzate dal 1400 al XXI secolo

E’ esposto tra i capolavori della Galleria degli Uffizi l’autoritratto di Federico Maria Sardelli, geniale direttore d’orchestra, flautista, scrittore, incisore, pittore e disegnatore livornese amatissimo in Italia e all’estero. Il Maestro Sardelli ha donato l’opera al direttore Eike Schmidt durante una cerimonia lunedì 13 in auditorium Vasari agli Uffizi.

"Sono onorato e grato di questa acquisizione in uno dei musei più importanti del mondo, una consacrazione che mi riempie di orgoglio e di tremore, quasi – ha detto – Mi sono composto e scomposto in quest’opera, l’autoritratto è una forma di lotta contro il tempo e la morte. Rappresentarsi è una specie di volontà di uscire fuori da sé e osservarsi. Cogliendosi in un certo momento della vita, fermando il tempo almeno per un momento". "Un’opera "grondante di suggestioni (l’esempio di Dürer, la tradizione barocca, la Metafisica, l’iperrealismo), di riferimenti culturali, e di sorprendente, matura confidenza negli strumenti operativi dell’artista: la mano, l’occhio, e quell’orecchio – richiamo musicale - che fuoriesce dalla mascheratura grigia e ne invade il campo", ha spiegato Schmidt. Alla cerimonia in auditorium hanno tra l’altro presenziato alcuni esponenti del Sodalizio Mvschiato, la conventicola di artisti labronici di cui Sardelli è tra i sodali a vita insieme al padre Marc, a Capras e agli indimenticabili Giorgio Marchetti e Alberto Fremura.

In ‘Autoritratto 38’, questo il titolo dell’opera, su un fondo a tempera nera opaca si stagliano settori di pittura a olio, poi verniciata in lucido, che raffigurano parti del sembiante dell’artista assieme a elementi simbolici: alcuni libri, un calice di cristallo, un drappo rosso. Sardelli ha eseguito l’opera a 38 anni, numero presente anche sulla tela stessa di una bellezza magnetica. "Nel corso della mia vita ho dipinto molti autoritratti, quando sentivo di dover segnare un passaggio – ha detto – Sono realista nella pittura, cerco l’oggettività e non l’iperrealismo. Lo sguardo delle persone, l’atmosfera dei paesaggi: ho interesse per la vita ma un interesse che è mediato dall’intellezione. Ritrarre se stessi è più difficile, l’oggetto dell’osservazione coincide con chi osserva: l’eterno paradosso della mente che indaga se stessa". "Federico Maria Sardelli sarebbe piaciuto al Cardinal Leopoldo – ha aggiunto Schmidt – che aveva iniziato la collezione degli autoritratti e che avidamente raccoglieva ogni tipo d’arte compresa la grafica, in cui il Maestro eccelle".

Talento poliedrico fin dalla giovane età, Sardelli apprende i rudimenti artistici dal padre Marc, pittore professionista. La sua prima esposizione personale avviene a Livorno all’età di 14 anni; nel 1982 è accolto nell’Accademia delle Arti dell’Incisione e partecipa alla Biennale di Grafica e Incisione. Numerose le mostre personali e i premi. Dal 2019 è accademico ordinario dell’Accademia delle Arti del Disegno.

Irene Carlotta Cicora