I volti del Novecento pontremolese. De Ambris, Giuliani e Campolonghi: "Così hanno cambiato il territorio"

Il professor Benelli analizza i grandi personaggi che hanno regalato alla comunità visioni importanti

I volti del Novecento pontremolese. De Ambris, Giuliani e Campolonghi: "Così hanno cambiato il territorio"

I volti del Novecento pontremolese. De Ambris, Giuliani e Campolonghi: "Così hanno cambiato il territorio"

Cosa rimane degli eventi che hanno caratterizzato il Novecento in Lunigiana? Nel territorio agricolo e arretrato di inizio secolo la scintilla del progresso si era già accesa qualche tempo prima con la ferrovia Parma - La Spezia. Nei primi anni dominavano piccoli proprietari e mezzadri. I contadini portavano a casa dai 30 ai 40 centesimi al giorno (bastavano per un chilo di pane) ed erano costretti a integrare il reddito con altri lavori o emigrare.

La costruzione di grandi infrastrutture viarie come l’Autocisa negli anni ‘70 e l’apertura più recente dei cantieri della ferrovia Pontremolese non hanno inciso sull’economia del territorio carente sul piano dell’imprenditorialità, della progettualità commerciale e puntata prevalentemente sul terziario. Sul fronte della cultura il Novecento si è aperto con la fioritura di giornali e riviste come ‘Lunigiana’ (1910), diretta da Manfredo Giuliani, clone locale della ‘Voce’ di Prezzolini. Vi collaboravano intellettuali lunigianesi come Ubaldo Formentini, Ubaldo Mazzini, Giovanni Sforza, Pietro Ferrari, Ceccardo Roccatagliata Ceccardi.

Nel segno dell’opera di Giuliani a partire dagli anni ‘70 è sorto un movimento di recupero degli studi di etnografia e storia proposti a inizio secolo, che ha portato alla nascita di associazioni culturali e alla produzione di ricerche. Nel 1952 a Pontremoli è nato il Premio Bancarella, che ha portato in Lunigiana tutti i più grandi scrittori. La prima fascetta dei librai è andata a Hemingway con ‘Il vecchio e il mare’, anticipando il Nobel. Ma chi sono i personaggi da ricordare? "E’ Monsignor Giovanni Sismondo, il protagonista degli ultimi 100 anni - dice il professor Giuseppe Benelli - Senza nulla togliere a Monsignor Fiorini, il vescovo del ‘terremoto’ del ‘20, il presule che ha avuto maggior ascendente sulla popolazione è stato Monsignor Sismondo che ha saputo interpretare la Lunigiana con il suo prestigio morale e il contributo offerto nella lotta al nazifascismo".

Ma ci sono anche altri pontremolesi da ricordare. "Penso a Manfredo Giuliani nel campo della storiografia, lo studioso più significativo per il metodo e il rigore scientifico dei contributi, questo senza sminuire l’apporto di studiosi come Formentini, Ferrari e Sforza".

Nel settore dell’economia per Benelli il nome da ricordare su tutti è quello del marchese Gian Carlo Dosi Delfini che fu presidente della Siemens e della Stet e che si adoperò per agevolare l’occupazione locale. "Altre figure significative nei settori di giornalismo e difesa dei diritti umani - conclude lo studioso - sono Luigi Campolonghi e Alceste De Ambris. Nelle scienze ricorderei Luigi Poletti, ricercatore dei numeri primi, morì a 103 anni, fu amministratore comunale e poeta dialettale".

Natalino Benacci