Fantastica Apuania Tennistavolo. Dall’oratorio al tetto d’Europa: "Si vince curando i dettagli"

La bella favola di un’attività nata per gioco e diventata presto una realtà super blasonata. Il ds Volpi: "All’inizio non avevamo soldi, giocavamo con le maglie regalate da altri" .

Fantastica Apuania Tennistavolo. Dall’oratorio al tetto d’Europa: "Si vince curando i dettagli"

Dai tavoli dell’oratorio a squadra più vincente del tennistavolo italiano, da una attività nata per gioco ad una realtà solida e vincente. E’ la bella favola (che ha anche dell’incredibile) della Apuania Tennistavolo che, nata nel 1968, ormai da oltre un decennio è ininterrottamente ai vertici nazionali della disciplina e dopo molti anni passati nelle categorie minori, a livello italiano è diventata la squadra da battere e quella che in tutta la provincia ha conquistato più titoli. Nel 2013 arriva il primo scudetto della sua storia, seguito da quelli del 2014, 2017, 2018, 2021 e 2023 (superando così i campani della Libertas Alfaterna Nocera e i lombardi del Castel Goffredo che ne hanno vinti cinque ciascuno); nel 2018 arriva la prima coppa Italia, seguita da quelle del 2021, 2022 e 2023; nel 2021 arriva la prima supercoppa (introdotta nel 2018 e che si disputa tra la vincitrice dello scudetto e della coppa Italia) seguita da quelle del 2022 e del 2023. E non manca neppure un successo continentale con la conquista della Europe Cup nel 2022, seconda solo alla Champions (competizione dove l’Apuania ha fatto una fugace apparizione nella passata stagione).

Numerosi anche i riconoscimenti alla società da parte del Coni con tre stelle (bronzo, argento e oro) al merito sportivo, mentre dieci dei suoi dirigenti collezionano 16 stelle (8 bronzi, 6 argenti e 2 ori) complessive individuali. Nell’ormai lontano 1968 i soci fondatori sono Carlito Volpi, Giorgio Petriccioli, Carlo Marchi e Maurizio Galassi; la sede è nella “Casa del fanciullo San Luigi” di via VII luglio a Carrara, più comunemente nota come la struttura dei Gesuiti. Al timone della società, nata come Polisportiva, nelle vesti di presidenti si sono succeduti padre Aldo Cappello e Giorgio Petriccioli. Da una costola della Polisportiva nasce poi la sezione di tennistavolo con presidenti Carlito Volpi, Alessandro Bernardi, ancora Carlito Volpi, Alessandro Merciadri e Guglielmo Bellotti.

Intanto la federazione italiana era nata nel 1945 e nel 1946 proprio sul litorale apuano si gioca il primo torneo ufficiale nazionale. "Le prime partite erano contro la squadra di san Francesco, poi giocavamo i tornei provinciali Csi, a Sarzana e a Lerici, fino alla serie C" ricorda Carlo Marchi, l’ultimo dei soci fondatori in vita, dirigente dell’Apuania fino a metà degli anni ‘70 e che un paio di anni prima che nascesse l’Apuania, aveva dato vita alla Fortitudo Duomo. "Non avendo risorse economiche, in quegli anni giocavamo con delle maglie regalate a maniche lunghe di lana e molto pesanti, e per fare qualche soldo andavamo a recuperare il cartone che i negozi buttavano via, per poi venderlo alle cartiere – ricorda il direttore sportivo Claudio Volpi - non ci dimentichiamo mai da dove proveniamo e, anche se i tempi sono molto cambiati, manteniamo i nostri principi originari e non abbiamo mai condiviso concetti come l’egoismo, l’apparenza, la mancanza del senso di appartenenza, la vittoria con ogni mezzo, la denigrazione dell’avversario, lo screditamento o la diffamazione".

In un passato recente e per più stagioni, l’Apuania è l’unica società italiana presente in tutti i campionati nazionali (A1, A2, A2 femminile, B1, B2 e C1) e in tutti i campionati regionali (C2, D1 D2 e D3), un altro record. A chi chiede qual è il segreto di una ascesa non rapida ma costante, e della permanenza ad alti livelli, il ds Claudio Volpi racconta di non avere formule particolari: "non ci sono segreti, c’è solo una ricetta che prevede lavoro e organizzazione, la cura di tutti i dettagli senza lasciare mai nulla al caso, lo studio delle formazioni, nessuna presunzione, sempre con i piedi per terra, ogni cosa ponderata perché ad ogni partita si ricomincia da zero. Questo è l’unico sistema che conosco, e il lavoro paga sempre. Può andare bene o male, ma questa è la base, perché i successi non arrivano per caso, partono dal basso, ci vuole sacrificio e questa è una ricetta da applicare ovunque: nel lavoro, in famiglia, nello sport - continua il dirigente gialloazzurro - siamo nati in un oratorio, siamo cresciuti, ma manteniamo sempre lo stile e i principi di quegli anni, ispirati ai valori sportivi perché si gioca per vincere, ma non si trascurano anche altri aspetti importanti perché lo sport non deve essere finalizzato solo al risultato, così svolgiamo diverse attività: dalla promozionale alla giovanile, dalla paralimpica alla amatoriale. Ovunque veniamo sollecitati, non ci tiriamo indietro. L’amministrazione comunale ci è vicina e questo è un segnale importante".

Guglielmo Bellotti è al vertice della società dal 2018 ed è il presidente che ha sollevato al cielo il maggior numero di trofei: "vincere non è un caso e neppure una questione di fortuna, ma il merito è tutto della organizzazione, del lavoro di squadra che c’è dietro ad ogni risultato, di una organizzazione capillare – dice il presidente – e il nostro obiettivo per il futuro è quello di continuare ad allestire squadre competitive, per tenere alto il nome della nostra città".

Maurizio Munda